– servizio a cura di Nadia Fondelli –

Monica Marini,sindaca di Pontassieve, è Il nuovo presidente dell’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve, succede ad Aleandro Murras, sindaco di Londa.
Una nomina che incuriosisce l’osservatore attento che fuori dal politichese cerca di capire oltre.
Ricordiamo che fu proprio la stessa prima cittadina di Pontassieve, nel novembre 2015 a dare il vita ai mal di pancia che hanno caratterizzato tutto la stagione successiva e che ha portato poi all’uscita di Rignano dall’Unione.
Per chi avesse la memoria corta ricordiamo infatti che la Marini si dichiarò “delusa dalla scelta fatta di dar vita all’Unione dei Comuni” e a lei subito seguì il sindaco di Rignano Lorenzini sollevando il pentolone di una “unione” che si rivelò tale solo sulla carta ma dove invece fra ribellioni, voglia di evadere, posizioni contrastanti ed immobilismo le acque non erano certo calme.
Un disagio forte che ha smosso le sabbie mobili di correnti e fazioni fino a quando, dopo gli sbeffeggi dell’opposizione, il PD – partito comune denominatore di tutte le amministrazioni – ha richiamato i suoi agli ordini di bottega.
Ed è stato proprio Pontassieve poi con la sua sindaca a “testare” la vox populi con una serie d’incontri con i cittadini.
Da lì il cambio d’idea o solo il richiamo all’ordine dettato dal partito?
Le questioni da redimere erano molte. Così come i soldi dell’Europa da spartire. Tanti, forse troppi da far girare la testa. E importanti le cose da fare in un’ unione approssimativa, fatta a spezzatino, dove con l’uscita di Rignano non si capisce neanche più cosa ci sia di “Valdarno”.
Pelago e Rufina fanno fronte comune per tornare ad essere con Pontassieve un unico comune. Pontassieve però – ormai solo con Reggello – strizza l’occhio alla grande Firenze; Londa e San Godenzo si trovano isolati fra i loro bellissimi boschi e cercano di tirare dentro Dicomano (che non sa se guardare al Mugello o alla Valdisieve) nella speranza di riuscire a portare nelle casse dei piccoli comuni un po’ di denari freschi.
Un risiko complicato aveva congelato le posizioni in una non belligeranza nel consiglio di febbraio scorso che aveva rimandando tutto alla fine del 2016.
Ed eccoci all’oggi. Alla Marini che ha dato la propria disponibilità ed è subentrata a Murras a ricoprire l’incarico di presidente di quell’Unione che voleva abbandonare.
Accetta l’incarico a condizione di “
poter formulare una proposta di indirizzo politico finalizzata alla riorganizzazione dell’ente sia in termini strategici che gestionali” dichiara. Ringrazia in primis il suo consiglio comunale che le ha chiesto di assumersi la responsabilità di avanzare una proposta di efficientamento dell’attuale Unione. Ha raccolto quell’indirizzo politico e lo ha trasformato in azione amministrativa. Ringrazia i sindaci per la fiducia che gli hanno accordato e chi l’ha preceduta per il lavoro svolto. L’impegno e con tanta voglia di dare idee fresche e nuovo slancio a questo ente.
Soprattutto, insieme agli altri sindaci vede nell’Unione “
lo strumento dove allocare ed associare funzioni fondamentali al fine di avviare quel percorso fattivo di ottimizzazione e omogeneizzazione della risposta al cittadino di questo territorio e delle risorse economiche investite, pertanto si proseguirà nell’operazione di rafforzamento delle funzioni associate portando dentro una funzione importantissima come le politiche sociali.

Alla scelta politica rivolta alla massima integrazione dei servizi dei comuni presso l’Unione si affiancherà un progetto organizzativo in grado di mettere in atto tale scelta e rafforzare l’Unione aumentandone autorevolezza politica e gestionale.

I Comuni più grandi per primi dovranno giocare un ruolo importante guidando il processo di rafforzamento degli strumenti di coesione territoriale e dedicando le risorse migliori affinché sia possibile esplicare un vero salto di qualità sul piano gestionale e di risposta ad un indirizzo politico. –conclude Marini –Inizia una fase nuova che si rende necessaria in un quadro economico e sociale profondamente modificato che ci impone di ripensare le forme e i modi dell’azione dei nostri comuni. Bisogna credere nella cooperazione tra i Comuni per dare le risposte ai cittadini e per spendere meglio le risorse a nostra disposizione.

Tanta voglia di credere in questa realtà associativa. Idee fresche, nuovo slancio all’ente rafforzando le funzioni associate, promuovere l’Unione in termini di autorevolezza per sedere ai tavoli che contano ma non solo. I Comuni grandi in prima linea per far fare il salto in alto verso una fase nuova.

Insomma belle parole, belle intenzioni e tanto politichese. Ma o noi non avevamo capito niente prima o non ci stiamo capendo niente adesso.
La politica si sa che è fatta di trasformismo, ma dall’inutilità alla necessità il salto è davvero in alto.
Auguri presidente Marini. Ne ha davvero bisogno al di là della frase di circostanza. Noi stiamo cercando di capire meglio tutta la situazione, vecchia e nuova!
Intanto nell’attesa pubblicheremo un articolo sui bilanci di fine mandato dell’ex presidente Aleandro Murras.