di Sergio Bedessi – Dal 22 al 29 settembre 2013 a Firenze si svolgeranno i mondiali di ciclismo e, almeno dalle premesse che si vedono in giro, il 21 settembre sarà l’inizio di una sorta di incubo del quale già adesso si vedono le prime avvisaglie.

Il Comune di Firenze, a proposito dell’evento, parla di «… una straordinaria occasione che mette in vetrina le bellezze di Firenze, assicura un importante ritorno economico» nonché di «… inevitabili disagi alla vita quotidiana di chi abita in città o la frequenta per lavoro o per turismo …».

 

 

Per chi il ritorno economico? Ma è chiaro, solamente per albergatori e ristoratori!

Per chi gli inevitabili (si fa per dire perché erano evitabilissimi)  disagi?

Ma è ancora più chiaro: per i residenti, per i turisti, e per tutti coloro che non sono proprietari di alberghi e ristoranti.

Innanzitutto sarebbe da capire con quale logica una città come Firenze, che certamente non ha bisogno di una corsa per biciclette per farsi conoscere nel mondo, si svenda in questo modo per una manifestazione che, alla fin fine, interessa davvero a pochi.

Non solo, ma volere a tutti i costi far passare questo evento nel centro storico significa creare disagi innumerevoli e porta ad assurdità altrettanto notevoli.

Per esempio viene da chiedersi chi possa essere stato l’ideatore dell’orribile asfaltatura colata in questi giorni sopra la precedente pavimentazione in porfido di piazza della Stazione, proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria Novella, oltre che in fronte ad uno dei capolavori architettonici di Michelucci (la stazione stessa).

Certamente qualcuno che ha più a cuore i signori ciclisti piuttosto che il decoro architettonico e la storia della città di Firenze; sul porfido i signori ciclisti avrebbero forse corso meno, ed allora, via all’asfalto bello nero e liscio, coprendo lo storico porfido.

E che dire delle scuole che dovranno chiudere, dell’Università che sospenderà alcune lezioni, degli ospedali che diverranno difficili da raggiungere in tempi brevi, dei mezzi pubblici che avranno innumerevoli difficoltà?

Tutte cose che normalmente accadono solo in tempo di guerra o per una grave catastrofe e non certo per delle corse in bicicletta.

Molti cittadini si stanno già lamentando ancor prima che inizi la manifestazione, così come alcuni organi di stampa hanno segnalato (cfr. “La Repubblica – Firenze.it”).

Si è creato addirittura un gruppo “Vittime dei mondiali di ciclismo” su Facebook che in soli tre giorni ha raggiunto ben 1.250 membri, collezionando battute ed anche un vero e proprio inno contro i mondiali di ciclismo 2013, dal nome “Gira al largo”!

Fra i commenti riportati dall’organo di informazione si legge: «So per certo di una persona contattata da Careggi per disdire il trasporto in ospedale per gli esami oncologici nella settimana del Mondiale», oppure «Ormai manca poco, i Mondiali non ce li evita più nessuno. Sono ineluttabili. Come le tasse…».

Una società matura e che ha cuore il benessere di tutti i cittadini (e non quello di pochi) non dovrebbe operare come si faceva ai tempi dell’antica Roma, dove chi governava cercava di assicurarsi il consenso popolare con la concessione di svaghi a coloro che erano governati; i tempi del “panem et circenses” che Giovenale evocava nelle “Satire” (X, 81 – «…duas tantum res anxius optat panem et circenses …», « …[il popolo] due sole cose ansiosamente desidera pane e i giochi circensi») sono finiti anche se il populismo, evidentemente, è sempre di moda.

Firenze non ha certo bisogno di una corsa in bicicletta (mondiale o no) per farsi conoscere ed anzi, forse sarebbe meglio si facesse conoscere per qualche altra cosa più seria visto lo stato di degrado ormai endemico in cui versa.

Ci si dovrebbe allora interrogare su chi trae vantaggio da questa manifestazione e ci si dovrebbe interrogare su quanto costa (tanto la pagano i contribuenti) tutta quella mole di segnaletica e di transenne che si sta utilizzando per i mondiali di ciclismo (ovviamente tutta noleggiata …).

Qualcuno a suo tempo aveva già posto l’attenzione su quelli che aveva definito “I costi folli di Toscana 2013”; si tratta del blog della rivista Cycling Pro, una rivista di gente che è fra l’altro appassionata di biciclette e di ciclismo, e quindi anche ben qualificata per una critica.

Sul blog (visibile all’indirizzo http://blog.cyclingpro.it/2012/11/24/ecco-i-costi-folli-di-toscana-2013/) veniva condotta una approfondita analisi dei costi (allora solo preventivati) del Mondiale Toscana 2013.

Il blog li definiva «pazzeschi, inimmaginabili, ingiustificabili» e non solo in tempi di risorse scarse ed in Italia, ma in qualunque luogo ed in qualunque tempo, parlando di una massa di soldi inimmaginabile, giustificata, a detta dei promotori, da “esigenze di sicurezza” e dalla “enorme ricaduta sul turismo sull’evento”.

Il blog, con molta acutezza, non solo smentiva, tramite i numeri dei mondiali precedenti, che parlavano di poche migliaia di spettatori per le varie giornate e di 150, massimo 200 mila tifosi per la sola domenica (e quindi con scarsa ricaduta sul turismo), ma provvedeva anche a paragonare i costi di questo evento toscano con quello di altri simili precedenti eventi.

In particolare osservava che i mondiali di ciclismo di Mendrisio 2009 in Svizzera, del tutto comparabili agli attuali, erano costati, in tutto, 13 milioni di franchi svizzeri, quindi circa 11 milioni di euro, dei quali il 65 per cento proveniente da istituzioni cantonali e il 20 per cento dagli sponsor e, per il resto, proveniente da biglietti ed altro; fra l’altro in tutta l’operazione si era ottenuto un avanzo di ben due milioni di franchi (in pratica un risparmio di circa un milione e mezzo di euro rispetto al preventivato).

Da osservare che in quei mondiali le spese per la messa in sicurezza delle strade ammontavano a solamente due milioni di franchi, quindi circa un milione e mezzo di euro.

Il blog osservava inoltre che altri precedenti mondiali di ciclismo (Copenhagen per esempio, o Valkenburg) erano costati pure meno.

Per capire quanto sarebbero costati i “Mondiali di ciclismo” di Firenze il blog provvedeva a verificare il documento ufficiale: l’accordo di programma del 2011 fra la Regione Toscana, le province di Firenze, di Lucca, di Pistoia, di Prato ed i Comuni di Fiesole, di Firenze, di Lucca, di Montecatini Terme e di Pistoia.

Con quell’accordo di programma veniva istituito un “Gruppo Tecnico Istituzionale” (cfr. documento del Comune di Firenze) con l’incarico di gestire ben 157.244.090,15 Euro (preventivati), una cifra senza dubbio spropositata (si ripete, oltre 157 milioni di euro) e comunque una cifra con la quale in Svizzera (si sono visti prima i costi) sarebbero riusciti ad organizzare ben quindici mondiali di ciclismo, e non uno!

Sempre il blog riportava che la successiva mancanza di parte dei fondi preventivati (perché lo Stato si era, giustamente, rifiutato di spendere), faceva scendere il preventivo prima a circa 71 milioni di euro, poi a circa 49 milioni di euro, ed infine a “soli” 32.601.035 euro (che comunque è una cifra pari a tre volte quella spesa in Svizzera per i mondiali), da usarsi per lo più per asfaltature, con il risultato che il Gruppo tecnico decideva di  rinunciare alla qualità e quindi di asfaltare le strade senza provvedere a tutti i necessari risanamenti (e dunque fra poco tempo sarà tutto da buttare via).

Infine il blog si interrogava sui compensi del board direttoriale dei mondiali di ciclismo, composto da Renato Di Rocco (presidente), Angelo Zomegnan e Renato De Virgilis (vice presidenti), Claudio Rossi (general manager) e da altri.

Questa la storia messa in luce del blog all’epoca che concludeva con «C’è ancora tempo per fermare questo scempio, per esigere da chi organizza con soldi pubblici i doverosi chiarimenti. Per incazzarsi di brutto di dover vivere in un Paese come il nostro.»

Lo scempio nessuno l’ha fermato, anzi va avanti a tutta lena …