di Claudio Molinelli – Da due anni le insegnanti della scuola primaria di San Godenzo hanno adottato il metodo “Scuola senza zaino”, un progetto didattico nato in Scandinavia presso piccole comunità ed importato in Italia da una ventina di anni da Marco Orsi, un insegnante che ha diffuso in Toscana, nell’area di Certaldo e Montespertoli, ove tuttora viene applicato in un istituto scolastico dalle materne alle secondarie.

A San Godenzo attualmente il progetto coinvolge i 38 alunni delle cinque classi della scuola primaria.

Ma non solo!!

Perchè – come ci spiega dice l’Assessore Sandra Primarti, sostenitrice del progetto insieme alle insegnanti Marcella Tartagni Collacchioni, Cristina Santelle e Donatella Dreoni – ci sono cinque bambini non residenti a San Godenzo che hanno voluto seguire questo nostro percorso educativo: tre bambini dal Comune di Rufina, uno da Dicomano e uno da Vicchio. Per facilitare il loro spostamento abbiamo anche organizzato un servizio navetta che da Dicomano li accompagna a San Godenzo”.

 

“Il programma scolastico è identico a quello delle altre scuole” precisa l’Assessore, “ diverso è l’approccio nei confronti della scuola.

Nel “Senza zaino” gli studenti non portano lo zaino ma solo una leggera cartellina: tutti gli strumenti didattici necessari si trovano negli ambienti scolastici; le aule sono fornite di materiale didattico, da enciclopedie a schedari, dalla cancelleria ai giochi fino alla postazione internet grazie una lavagna interattiva multimediale. Nella scuola non esistono né la cattedra né i classici banchi disposti in fila. Lo spazio è articolato in aree di lavoro intorno ai tavoli: l’area di matematica, l’area della lingua, l’area delle scienze naturali”.

 

L’insegnante Marcella Tartagni Collacchioni ci aiuta ad approfondire altri aspetti di questa nuova metodologia didattica.

“ I libri di testo tradizionali non esistono. Per le classi prime e seconde utilizziamo strumenti appositi, libri con immagini plastificate, dadi di cartone, insomma materiale in forma ludica che rimanda al gioco. In questo siamo affiancati da aggiornatori e richiediamo l’aiuto dei genitori. Per le classi terze, quarte e quinte il libro esiste, ma è solo uno degli strumenti formativi, al pari di internet o delle enciclopedie.

Questo progetto prevede tempi dilatati, l’orario è di 36 ore settimanali, con quattro giorni di tempo pieno, otto ore tra mattina e pomeriggio, per cui si valorizza il lavoro fatto in classe, soprattutto l’attività di gruppo. Ne consegue che i compiti a casa non esistono per le prime due classi, mentre per le altre tre i ragazzi possono consultare a casa qualche scheda per gli approfondimenti necessari.

Ogni bambino ha in dotazione una valigetta e una divisa cucita dal gruppo Auser locale; nelle classi i tavoli si trovano al centro, ciascuno con gomme, penne e il materiale didattico fornito dalla scuola. Per ogni tavolo c’è uno studente responsabile che alla fine delle lezioni controlla che il materiale fornito sia lasciato al proprio posto.

L’Università degli Studi monitora costantemente le scuole che seguono questo progetto e ha verificato che i ragazzi senza zaino sono più responsabili e autonomi di quelli delle scuole tradizionali, e dotati di un maggior senso del gruppo”.

L’Amministrazione di San Godenzo in collaborazione con l’Istituto comprensivo Desiderio da Settignano crede molto nel progetto: dal 2010 offre questa alternativa all’ insegnamento tradizionale e la promuove attivamente sul suo territorio.