– di Giuseppe Ponterio –

Esiste una abilità che permette di decodificare riferimenti matematici nelle opere d’arte e nei monumenti: non è un caso che Brunelleschi e Leon Battista Alberti prima di essere architetti fossero matematici.

Proviamo a ripercorrere qualche tappa!

Tra le formelle che decorano la base del campanile del Duomo di Firenze, sul lato orientale, vi è quella dove è raffigurato Euclide, raffigurazione allegorica dell’Architettura. Il compasso, strumento che lo identifica come uomo di scienza, è al tempo stesso simbolo di un’ingegnosità che vede l’individuo, come era già accaduto con Giotto, al centro di ogni sfida. Il matematico greco autore de “L’ottica”, trattato geometrico sullo studio della visione, compare con lo stesso attributo anche nella “Scuola di Atene” (1509-1511) di Raffaello, in Vaticano.

E’ ritratto in basso a destra mentre disegna su una lavagna una forma geometrica. Accanto a lui, quattro giovani osservano attentamente il suo operato come in una secentesca “Lezione di anatomia”. La diffusione del sapere scientifico, anche di matrice non occidentale come dimostra “Il libro dell’ottica” dell’XI sec. dello studioso arabo Alhazen, è servita agli artisti come stimolo per nuove sperimentazioni sempre più audaci. Il sapiente taglio prospettico e la disposizione “a libro aperto” dei 58 personaggi raffigurati da Raffaello, sottolineano la compiuta padronanza di un linguaggio matematico applicato alla pittura. Principio, quest’ultimo, che approda sino al “secolo breve” passando per uno dei suoi interpreti più rappresentativi: Gino Severini. Nativo di Cortona, decorò tra il 1921 e il 1922 le pareti di uno degli ambienti del castello di Montegufoni, nei pressi di Firenze. Le maschere musicanti della “Commedia dell’arte”, tema decorativo prescelto, sono costruite attraverso rigorosi calcoli matematici che l’artista propugna nel suo saggio “Dal cubismo al classicismo. Estetica del compasso e del numero”, edito nel 1921.

Divulgare le opere d’arte partendo da una diversa “prospettiva”, è ciò che la docente di Matematiche Complementari all”università di Bologna, Silvia Benvenuti, ha sperimentato nel suo volume “In viaggio con i numeri, 2022″.

Una raccolta di itinerari in dieci città italiane, compresa Firenze, in cui la docente racconta le bellezze artistiche attraverso le soluzioni scientifiche adottate.

“Capire il contenuto matematico dell’arte aiuta ad apprezzare ancora meglio quanto si vede (…)”