di Edoardo Abruzzese – La chiamano maturità, e già qui ci sarebbe da fare un discorso lungo, ma l’assurdo è che non si tratta di un processo naturale che giunge a compimento come riportato dai vocabolari di lingua italiana, ma di una forma di verifica del sapere da parte di adulti, selezionati da altri adulti, ad adulti un po’ meno adulti.

Lo chiamano anche “Esame di Stato”, ma in questo caso mi viene da chiedermi, quale Stato? Quali sono i rappresentati dello Stato che dovrebbero verificare il livello della mia maturità?

Preferisco non rispondere!!!

Passiamo ora alla verifica del sapere: la maturità dovrebbe essere unica, ma i sapere sono molti e diversificati. Come si fa a metterli in correlazione?

Se un adulto meno adulto sa a perfezione tutte le regole della topografia significa che è più maturo di un altro adulto che pur perfettamente edotto in lingua latina non sa neanche che cosa sia la topografia?

Allora: come individuare quegli aspetti unificanti che determinano nell’uno e nell’altro una soglia di “maturità” valutabile?

Credo sia impossibile, soprattutto da parte degli adulti selezionati da altri adulti!

Io giungo al mio esame di maturità più adulto degli altri!!!

Ognuno ha i suoi tempi!

A questo punto mi viene da chiedere a me stesso che cosa credo sia la maturità.

Sono in voga belle frasi: significa sapersi relazionare in modo civile con gli altri, significa trovare una dimensione ideale di vita che ci dà equilibrio, ma soprattutto significa conoscere se stessi e i propri limiti!!!

Io a tutt’oggi non ho ancora capito se sono maturo o no.  E non credo che siano in grado di stabilirlo nemmeno  gli adulti davanti ai quali presto mi presenterò per la verifica del sapere.

Penso comunque che la maturità implichi coscienza e una buona dose di sensibilità,  cercare di fare le cose che riteniamo giuste secondo il proprio criterio di giustizia.

Evitare così di sbagliare…ma se è proprio impossibile.. imparare a perdonarmi!