Il rifugio visto dal lato norddi Edoardo Degli Innocenti – Pochi chilometri a nord di San Donato in Collina, al confine tra il Comune di Bagno a Ripoli e quello di Rignano sull’Arno, lungo la via Maremmana, proprio sul crinale che separa il Valdarno aretino da quello fiorentino, sorge il parco di Fonte Santa che prende il nome dalla sorgente di acqua potabile al suo interno. La fonte è famosa, per essere stata, alla fine del Seicento, la principale sorgente per costruire il condotto mediceo voluto dal cardinale Maria de’ Medici per alimentare d’acqua la villa di Lappeggi sopra Antella.
Ai primi del Novecento San Donato in Collina era considerato un luogo di villeggiatura e quei pochi che potevano permettersi un po’ di giorni lontano da casa lo sfruttavano come meta per rilassarsi e come punto di appoggio per fare un’escursione in Fonte Santa, celebrata per la raffinatezza dell’aria.
Sembra infatti che il suo clima dolce e temperato risenta degli influssi marini che, nonostante la distanza di molti chilometri, riescono a penetrare fin qui, favorendo un microclima adatto ad alcune specie di piante tipiche dei litorali (pino marittimo, scardicci, ginestre e orchidee) e rare in Italia a questa distanza dal mare.
I numerosi escursionisti e gli amanti del bosco non rinunciavano ad andarci neppure quando il tempo era minaccioso e così per volere di alcuni esponenti della casa del Fascio di Antella fu costruito un rifugio che venne inaugurato nel settembre del 1935.
Con lo scoppio della guerra questo parco e il rifugio voluto dai fascisti, fu il luogo di ritrovo di molti giovani nati ad Antella e non solo, che dettero vita alle prime formazioni partigiane nate nel nostro Comune.
Negli anni sessanta Fonte Santa fu concepito come un parco vero e proprio, con lo scopo di privilegiare la conservazione e la salvaguardia di un territorio con caratteri paesaggistici e soprattutto riferimenti storici di rilievo.
La volontà dell’Amministrazione Comunale era quella di difendere e di sviluppare le zone boschive e anche quella di incrementare il turismo di fine settimana e quello estivo.
Ancora oggi infatti sono numerosi coloro che si concedono escursioni all’interno del parco, per allontanarsi dal rumore e dallo stress cittadino, ma ancora troppo pochi conoscono la bellezza di questo luogo.