di Eleonora Mori – L’aumento delle tariffe ferroviarie deciso dalla Giunta della Regione Toscana si è reso necessario per far fronte al taglio dei finanziamenti statali (400 milioni di euro, di cui 40 solo in Toscana) disposto dal governo Berlusconi al sistema del trasporto pubblico e ferroviario nazionale, nonostante il parziale reintegro operato dall’esecutivo Monti.

La maggiorazione delle tariffe entra in vigore dal mese di febbraio 2012 e riguarda per il momento solo i biglietti di corsa semplice, mentre un eventuale rincaro degli abbonamenti, che penalizza più da vicino pendolari e studenti, viene applicato dalla seconda metà dell’anno e verrà calcolato tenendo conto dell’indicatore di reddito Isee, come per i ticket sanitari.

“La Regione Toscana” – si legge nel comunicato della Giunta – “ha deciso di salvaguardare criteri di equità e di garanzia delle fasce più deboli in modo da tutelare anzitutto i pendolari e i cittadini con capacità di reddito inferiori.”

L’obiettivo è mantenere alto il livello dei servizi e non rinunciare al piano di acquisto di nuovi treni, necessario per colmare le lacune del parco mezzi che dovrà essere garantito da Trenitalia nel rispetto del contratto di servizio.