…è questo passaggio, in sospensione, schiacciato da un silenzio che invade, mentre fuori la bellezza dell’espandersi della primavera stride con i nostri cuori graffiati e lo sguardo si inchioda a quella porzione di vita al di là del vetro. Sono fortunata perché posso vedere tanto splendore dal mio confinamento e quello scorcio del fiume che pare sereno, possente, mi lascia sperare che l’acqua di vita non evapori mai.

 Sono come una goccia che da sola non esiste quasi, che il solo alito può far svanire senza lasciarne traccia, eppure sento che questa resistenza disperata è fonte di vita se rimarrò abbracciata ad altre mille gocce: allora sarò sorgente, fiume, lago, mare, oceano, nuvole e pioggia, salirò con il calore del sole verso l’alto. Mi scalderanno, mi bruceranno i suoi raggi ma tornerò in vita in un ciclo infinito.

 Senza altre gocce non sarò nulla e sola non ho dove posarmi, non ho corpo, ma se tu mi guardi, tu amore che vieni da lontano, voi che siete la mia famiglia, tu che mi hai incontrata, tu che mi leggi e nemmeno mi conosci… posso specchiarmi in te e la mia trasparenza riflessa nei tuoi occhi diventerà consistente. Si tingerà di rosso come il fluire della vita.

Guardami allora e non ti stancare mai, io ti guarderò dai miei occhi annacquati. Sono solo una lacrima ma se non ci perderemo, torneremo ad essere carne, ad essere un corpo, ad essere un mondo.

 Ilaria Guidantoni

Firenze, Pasqua, 2020

                                                                                               BRANDIMARTE – Firenze : “goccia di pioggia