servizio a cura di Sergio Bedessi – foto di Edoardo Abruzzese –

La Toscana nel periodo estivo ospita spesso spettacoli di grande respiro, con artisti di rilievo internazionale, come recentemente i Radiohead a Firenze, oppure il Cortona Mix Festival , eventi che provocano massicci afflussi di pubblico.

Il recente fatto di Torino, durante il quale migliaia di tifosi che stavano assistendo all’ultimo atto della Champions League proiettato su uno schermo gigante in piazza San Carlo sono stati protagonisti di un episodio di panico collettivo che ha provocato ben 1.527 feriti, tre gravi dei quali uno successivamente morto, lascia molto da pensare sulla efficace gestione della sicurezza di questo tipo di eventi e dovrebbe servire da riflessione per gli organizzatori, che spesso sono amministrazioni comunali (come nel caso di Torino) o associazioni.

Gli organi di informazione hanno riportato che erano presenti ben 30.000 persone; anche se la cifra potrebbe essere esagerata e qualcuno parla di 18.000, ci si deve chiedere se fosse stato comunque predisposto un adeguato piano di prevenzione e di gestione degli eventi critici.

Pare che la genesi del panico collettivo sia stata dovuta ad uno scoppio, forse provocato da un petardo, o da uno zainetto lanciato, e che la crisi di panico sia poi stata amplificata da altri eventi collaterali, quali il cedimento della ringhiera di una scala di accesso al parcheggio sotterraneo nel centro della piazza, il crollo di altre strutture, sotto la pressione della folla, come la vetrata del Caffè Torino, poco distante.

Una causa della crisi di panico collettivo è certamente rinvenibile anche nella latente paura che fosse in corso un evento terroristico.

E’ da notare infatti che l’evento di Torino è avvenuto pressoché in contemporanea aifatti di Londra e Manchester.

Le immagini sui mass media testimoniano una piazza San Carlo ricoperta da vetri di bottiglie spaccate, transenne pericolose, venditori abusivi, insomma di tutta una serie di circostanze che andavano sicuramente evitate con la prevenzione, collateralità che se non ci fossero state avrebbero certo evitato qualche ferito.

Tutto lascia pensare quindi che chi ha organizzato l’evento, chi lo ha autorizzato e, non ultimo, chi lo avrebbe dovuto sorvegliare, non abbia operato in modo congruente e coerente con la gestione in sicurezza di un evento di quel tipo, tanto più con riguardo allo specifico luogo, non certo predestinato per quello scopo.

E’ poi mancato il coordinamento fra tutti i soggetti che avrebbero dovuto operare sinergicamente con una evidente sottovalutazione dell’evento dal momento che non erano state predisposte adeguate misure di sicurezza almeno relativamente all’evacuazione.

A seguito dell’accaduto il Ministero dell’Interno è corso ai ripari, emanando due circolari, la prima in data 7 giugno e la seconda in data 19 giugno 2017, per precisare alcuni aspetti poco chiari della prima.

Purtroppo ambedue le circolari non sono indirizzate ai Comuni, che sono gli enti territoriali per eccellenza, quelli che sicuramente hanno il polso della situazione delle manifestazioni sul territorio, ma sono indirizzate solo agli organi dello Stato; le circolari vorrebbero fare un minimo di chiarezza in un campo abbastanza fumoso e denso di responsabilità.

La prima in particolare è interessante perché utilizza per la prima volta la dizione «sicurezza integrata» (di cui al d.l. 14/2017), che si modula in due concetti:

  • SAFETY

  • SECURITY

precisando per ognuno che cosa si debba predisporre e rispettare in relazione all’organizzazione di spettacoli, manifestazioni ed eventi.

Per assicurare la SAFETY, si dovranno verificare o predisporre, da parte degli organizzatori:

  • aspetti di capienza delle aree e quindi di monitoraggio degli accessi al fine di evitare sovraffollamenti (ed evitare che venga utilizzata l’area di rispetto);

  • percorsi separati di accesso e di deflusso con indicazione dei varchi basati su una suddivisione in settori dell’area di affollamento con corridoi interni e perimetrali;

  • piani di emergenza e di evacuazione con valutazione della capacità di allontanamento in modo ordinato;

  • piano di impiego di adeguato numero di operatori adeguatamente formati per fornire accoglienza, instradamento, regolamentazione dei flussi anche in caso di evacuazione, osservazione ed assistenza del pubblico;

  • previsione degli spazi di primo soccorso, dei riferimenti agli ospedali con la correlata capacità;

  • presenza impianto di diffusione sonora e/o visiva per preventivi ripetuti avvisi al pubblico circa le modalità di deflusso in caso di emergenza;

  • valutazione di provvedimenti da adottarsi per il divieto di somministrazione e vendita di alcol e per il divieto di vendita di bevande in vetro.

Per la SECURITY, esplicitata nella circolare come pianificazione di servizi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, si dovrà attuare:

  • attività informativa finalizzata alla valutazione di minacce per l’ordine pubblico;

  • sopralluoghi e verifiche allo scopo di disciplinare tutte le attività connesse all’evento, effettuando la ricognizione e la mappatura dei sistemi di videosorveglianza presenti anche al fine di un eventuale collegamento con la Questura;

  • servizi di vigilanza e osservazione, anche a largo raggio, presso aree e itinerari di interesse al fine di cogliere e circoscrivere per tempo ogni possibile pericolo e minaccia con riguardo alle fasi di afflusso e deflusso sensibilizzando il personale operante;

  • protezione delle aree interessate dall’evento mediante controlli con frequenti ispezioni e bonifiche con l’ausilio di personale specializzato e attrezzature tecnologiche;

  • individuazione di idonee aree di rispetto e prefiltraggio per i controlli sulle persone al fine di impedire l’introduzione di oggetti pericolosi e atti a offendere, valutando l’adozione di impedimenti fisici al transito di veicoli nelle aree interessate al concentramento e accesso degli spettatori;

  • opportuna sensibilizzazione degli operatori di polizia impiegati nei vari servizi affinché mantengano un elevato e costante livello di attenzione, con appropriate ed adeguate misure di autotutela, a salvaguardia della propria ed altrui incolumità.

La seconda circolare, quella del 19 giugno, interviene solamente a precisare alcuni aspetti della prima, in particolare:

  • che gli aspetti di criticità non sono solo quelli del sovraffollamento, ma che la criticità di un determinato evento discende da un insieme di fattori di contesto, fra i quali la conformazione e le dimensioni del luogo di svolgimento (aspetto dimenticato a Torino);

  • che si deve aver cura di inquadrare la specifica situazione, facendo valutazioni ad hoc, ricercando gli specifici fattori di vulnerabilità al fine di modulare adeguatamente i dispositivi di previsione;

  • la necessità di avere accessi presidiati, con dispositivi contapersone, utili ad evitare sovraffollamenti, indicando nella circolare un più intenso servizio di stewarding.

Ovviamente l’associazione più importante del settore, Assomusica, si è già lamentata del fatto che la necessità di predisporre in modo più accurato gli aspetti di SAFETY, ed in particolare la necessità di controllare in modo ben più pregnante gli accessi, produrrà un innalzamento dei costi degli spettacoli (www.corriere.it).

Di contro è evidente come con la sicurezza non si possa scherzare e non si possano frapporre problemi di costo.

Rimane il fatto che il primo problema, che la circolare fra l’altro non analizza, è quello di inquadrare correttamente l’iniziativa; oggigiorno infatti molti eventi sono difficilmente inquadrabili nella legislazione classica (TULPS, commercio, occ. s.p., somministrazione).

Può essere opportuno allora un piccolo vademecum sull’argomento perché le circolari ministeriali sembrano scritte più per scaricare sugli organizzatori e sugli enti locali la responsabilità degli aspetti cosiddetti di SAFETY che per avere una visione integrata dei vari aspetti dell’evento e dei pericoli connessi; pur mantenendo la divisione fra SAFETY e SECURITY, la prima degli organizzatori e degli enti locali, la seconda dello Stato e dei suoi organi, si sarebbe dovuto fare una diversa divisione, fra cosa fare prima l’evento e cosa fare durante l’evento.

Dunque quando qualcuno, chiunque, organizza un evento, anche non strutturato, per il quale si presume la partecipazione di migliaia di persone, lo si dovrebbe affrontare sempre dal punto di vista più ampio possibile nella logica della sicurezza, guardando a cosa fare prima che l’evento inizi e cosa fare mentre l’evento è in corso.

1) Fase preventiva

  • Identificare con precisione il tipo di evento organizzato (oggigiorno vi sono eventi che non sempre sono ben inquadrabili dal punto di vista normativo, con particolare riferimento alla necessità di autorizzazione ex art. 68 TULPS o di agibilità ex art. 80 TULPS). Questa è la prima cosa da fare perché serve a discernere a posteriori le responsabilità in caso di accadimenti negativi;
  • effettuare una valutazione dei rischi connessi, che non possono più essere solamente quelli classici che la Commissione Comunale di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli andava a verificare (incendio, scoppio, connessi all’elettricità, strutturali, ecc.), ma che ormai sono anche rischi di attentato, di semplici eventi criminosi di vario tipo in mezzo alla folla che possono scatenare reazioni, di rissa, di episodi di panico collettivo e così via;
  • predisporre un piano di emergenza con una risposta programmata per ogni tipo di rischio individuato, precisando chi sono i soggetti che dovranno intervenire su ogni evento e le connesse modalità di intervento;
  • organizzare una regia unica per l’emergenza (sul posto o anche da remoto), procurando a monte un sistema di comunicazione efficiente (una rete radio o più reti radio interconnesse anche tramite operatori che siedono nella stessa sala operativa);
  • predisporre spazi di stazionamento e manovra, con corridoi di uscita, per i mezzi di soccorso e dell’emergenza;

  • richiedere le autorizzazioni e le agibilità necessarie ma anche la predisposizione di eventuali provvedimenti per divieti ad hoc (esempio: divieto di vendita sostanze alcoliche, divieto di vendita bevande in vetro, eventuali inibizioni ad esercizi vicini all’evento, ecc.), non necessariamente stimolati dall’autorità di p.s., ma anche su base autonoma;

  • predisposizione di servizi di sicurezza che vadano ad affiancare quelli di polizia e risultino sinergici con questi ultimi;

  • organizzazione dei servizi di controllo e di polizia;

  • simulazioni dei vari eventi e delle varie risposte.

2) Fase di esercizio

  • prima di dare inizio all’evento assicurarsi che tutte le norme di sicurezza e di prevenzione siano state scrupolosamente rispettate;

  • assicurarsi che la rete di comunicazione (rete radio, sala operativa, interconnessioni, ecc.) sia funzionante alla perfezione e che ogni addetto alla sicurezza, all’emergenza, al soccorso, sia raggiungibile dalla sala operativa con prove di comunicazione uno a uno;

  • assicurarsi che i mezzi di soccorso e di emergenza siano sul posizionamento finale e che i percorsi siano sgombri, così come le vie d’esodo delle persone (che devono essere adeguatamente indicate ed eventualmente sezionate per settori di presenza);

  • far presidiare le vie d’esodo dal personale adibito alla sicurezza, in moto tale che un eventuale esodo rapido sia adeguatamente gestito e non subito;

  • assicurarsi che tutti gli eventuali divieti imposti (ad esempio divieto di vendita di bevande in recipienti di vetro) vengano rispettati, senza indulgere a compromessi;

  • in caso di accadimento di qualsiasi tipo diffondere immediatamente messaggi udibili a tutti che invitando alla calma facciano in modo, se del caso, che l’area venga sgombrata in modo ordinato, chiedendo che i presenti seguano le indicazioni del personale di sicurezza.

Chiaramente non si più prevedere tutto. All’interno di una grande massa di persone possono accadere episodi individuali, magari banali, che però mettono a rischio la sicurezza complessiva: dal semplice urtarsi che poi può degenerare in una rissa, al muoversi in gruppo contro strutture mobili o fisse che quasi mai sono adeguate strutturalmente a reggere la pressione di centinaia o migliaia di persone, al mettere in atto comportamenti che sembrano goliardici e poco pericolosi (come scalare il palco degli artisti, gettare un oggetto in mezzo alla folla, ecc.), ma che possono scatenare reazioni collettive importanti.

E’ per questo che oggigiorno gli organizzatori di un evento dovendo aspettarsi l’inaspettabile dovrebbero avere riguardo non solo ad una corretta ed adeguata previsione delle misure di prevenzione, ma a gestire con estremo rigore e professionalità gli aspetti di esercizio, con particolare riferimento all’evacuazione, quando la manifestazione è già in corso.