di Claudio Molinelli – Nel nostro territorio il trasporto pubblico, soprattutto quello ferroviario, interessa un elevato numero di pendolari e presenta da anni molte criticità, la rarità delle corse,  i ritardi cronici, l’affollamento delle carrozze.

Senza essere in possesso di elementi sufficienti ad affrontare, e possibilmente risolvere, il problema… aiuta comunque a far luce sull’argomento l’ultimo rapporto di Legambiente, Pendolaria, dedicato alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno.

Dal rapporto emerge una Toscana a due velocità. Da un lato una regione virtuosa, con continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo su specifiche linee, ad esempio come nel caso del raddoppio della Pistoia-Montecatini Terme-Lucca.  Dall’altro lato sono ancora numerosi i disagi quotidiani in particolare sul nodo di Firenze: carrozze vecchie, ritardi, aumento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti.

In tutta la Toscana, dal 2010 al 2014 la media dei tagli ai servizi è stata del 3,7% e quella degli aumenti tariffari del +24,2%. Per non parlare della vetustà dei convogli in circolazione che è di 12,5 anni, mentre quelli con più di 20 anni sono ben il 18%.

E’ vero che alle regioni spetta il compito di garantire la qualità del trasporto ferroviario locale e ad individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio, e la Toscana è tra le regioni migliori in questo senso, ma i problemi rimangono molti.

I dati confermano comunque una sperequazione storica del nostro paese sempre a favore del trasporto su gomma; la spesa regionale per tutte le infrastrutture (dal 2003  al 2015 in milioni di euro) è infatti  così distribuita: per le strade 748,62, per le ferrovie 313,83 con un valore percentuale di 70,5% per le strade e 29,5% per le ferrovie

Ricordiamo i dati del trasporto ferroviario locale: l’estensione della rete ferroviaria regionale è di 1.561 km, con un numero di treni giornalieri di 926, il numero dei viaggiatori al giorno è di 234.000 mentre quello degli abbonati è di 56.800.

La linea più frequentata dai pendolari con 20mila passeggeri/giorno è la Pisa–Firenze.

Quali sono i problemi che i pendolari toscani devono affrontare ogni mattina? Ognuno avrebbe da raccontare la sua storia…

Oggettivamente Firenze si trova in una situazione complicata per via dei ritardi delle opere relative alla linea dell’Alta Velocità e alla nuova stazione, con ripercussioni disastrose anche sul servizio pendolare.

Ci sono però anche novità positive: nel corso del 2013 si sono segnalate buone notizie dalla linea Firenze-Pistoia-Lucca-Viareggio:  la Regione Toscana si è impegnata ad avviare il raddoppio della tratta Lucca-Pistoia, con un finanziamento di ben 455 milioni di euro, di cui 220 sono a carico del governo e 235 a carico della Regione. Arrivano altre buone notizie anche per due delle linee più disagiate della Toscana: la tratta Empoli-Siena della direttrice per Firenze, che necessita di lavori infrastrutturali di raddoppio, ma anche il graduale rilancio della tratta Siena-Grosseto, dove transita un solo treno lentissimo per senso di marcia nell’orario tra le 7.00 e le 9.00.

Merita infine un accenno la tramvia di Firenze,  al momento costituita dalla sola linea T1,  uno degli esempi  di come offrire un servizio moderno ed efficiente ai pendolari grazie anche alla frequenza delle corse (nei momenti di punta una ogni 4 minuti) ed alla velocità di collegamento, che permette di raggiungere il centro di Firenze da Scandicci in soli 23 minuti. I numeri sono sempre più in crescita. I viaggiatori in un anno sono stati oltre 13 milioni con almeno il 25% dell’utenza che in passato viaggiava su auto privata; si tratta di 3 milioni e 200 mila  auto che ogni anno restano a casa e 1.600 le tonnellate ridotte di CO2.