di Claudio Molinelli – E’ andato in scena al teatro Garibaldi di Figline lo spettacolo “Eva contro Eva” allestito dall’Associazione Teatrale Pistoiese e da ArTè Stabile di Innovazione.

Si tratta dell’adattamento teatrale del regista pistoiese Maurizio Panici del celebre film “Eva contro Eva” di Joseph L. Mankiewicz del 1950, interpretato da Bette Davis, Anne Baxter e George Sanders, pluripremiato agli Oscar e al Festival di Cannes.

 In effetti era inevitabile che questo titolo cult del “cinema sul teatro” trovasse finalmente una riduzione per le scene, rappresentando uno dei più lucidi e profondi spaccati del mondo teatrale. La stringente attualità del tema trattato è ben spiegato dalle parole di Pamela Villoresi, protagonista della piece nella parte di Margo Channing che fu di Bette Davis: «E’ un quadro completo e accurato dell’epoca ed è un tema molto attuale, considerato che oggi è così difficile lavorare che per fare carriera si è disposti a qualunque crudeltà: c’è un arrivismo spietato ed è una mentalità che in America esisteva già da allora mentre in Italia sta emergendo con forza in questi ultimi anni».

 Rivive così la vicenda dell’incontro tra la diva Margo Channing e Eva Harrington, sua sfegatata ammiratrice, che presentandosi in vesti dimesse riesce a farsi accettare nell’entourage dell’attrice, conquistando la sua fiducia. Eva riesce a ottenere il ruolo di sostituta di Margo e una sera ne prende il posto in scena, ottenendo un repentino e sorprendente successo. Margo Channing deve difendersi con le unghie dalla nuova rivale che ha cresciuto ingenuamente in casa e si accorge di quanto fragile sia in realtà il suo regno artistico. Eva conquista la fiducia di Lloyd Richards, il commediografo che scrive i testi rappresentati con successo da Margo, di sua moglie Karen, e anche di Addison DeWitt, il potente critico capace di influenze decisive nelle carriere degli attori. E in più diviene anche rivale di Margo nella vita privata, interponendosi con la sua giovinezza tra lei e Bill Sampson, il ben più giovane fidanzato della matura diva. A Margo non resta che dare l’addio alle scene, salvando la relazione con Bill, mentre Eva, che accetta forzatamente il ruolo di amante di DeWitt, scala le vette della gloria. 

Finchè una sera un’ammiratrice si presenta a Eva…

 La fedeltà della messinscena al riferimento originale del film conduce a un curioso paradosso per il quale la riduzione teatrale di un film che si ispirava al teatro, finisce per rimandare fortemente al cinema, in particolare a quello della commedia sofisticata hollywoodiana degli anni  ’50, di cui rivivono atmosfere e situazioni. Lo stesso commento musicale affidato a un jazz nervoso e sincopato sottolinea uno stile di vita innervato da un’angosciosa competitività. Pamela Villoresi rende bene la caustica e graffiante ironia della “diva” Margo con le sue nevrosi e le sue fragilità; la scena dell’annuncio del suo ritiro è un autentico pezzo di bravura. Romina Mondello carica il ruolo di Eva di tutta la melliflua falsità necessaria, per poi rivelarne la spietata mancanza di scrupoli. Massimiliano Franciosa è un convincente Bill Sampson, mentre gli altri interpreti sono funzionali all’edificazione di questo affresco sociale di cinismo e arrivismo il cui simbolo è Addison DeWitt, il critico mefistofelico che Luigi Diberti interpreta con fine abilità.