di Jacopo Zucchini – Fintanto che continuiamo a parlarne le “nostre” imprese rimangono vive e vitali!
E’ il caso, fra i tanti, della Pirelli di Figline Valdarno.
E’ il 1960, si costituisce l’azienda Cord Metallico come centro pilota della Pirelli spa per lo studio della produzione di materiali di rinforzo per l’industria del pneumatico e della gomma che si occupa principalmente di produrre cordicelle metalliche per pneumatici chiamate “vergelle”.
A metà degli anni ‘70 un cambiamento organizzativo nell’ambito delle Industrie Pirelli Spa porta a trasferire la funzione commerciale ed amministrativa dalla sede di Milano alla sede di Figline che prende il nome appunto di Cord Metallico.
Nel 1998 viene approvato un progetto di fusione che porta la Cord Metallico all’ incorporazione della Società pneumatici Pirelli Spa. In seguito a questa operazione gli stabilimenti all’Estero, fino a quel momento autonomi per la gestione del personale, dipendono dallo stabilimento di Figline sia per quanto riguarda “ricerca e sviluppo” sia per i “programmi di gestione e organizzazione”.
E arriviamo ad oggi.
Sullo stabilimento gravano pesanti incertezze che riguardano una fase di riassetto societario con ipotesi di cessione a nuovi partner del settore steel-cord, di cui la fabbrica di via Petrarca è leader del gruppo a livello mondiale davanti a quelle di Brasile, Cina, Romania e Turchia.
Naturalmente pesanti, molto pesanti, sono le problematiche occupazionali, si tratta di 400 lavoratori a rischio nonché lo spreco di quelle conoscenze e quelle competenze acquisite su un territorio che, dal punto di vista socio-economico, è cresciuto insieme a questo stabilimento.
Un brutto segnale: ad aprile è stato chiuso l’antico spaccio aziendale in funzione da più di di 40 anni!
Ecco alcuni stralci del testo della domanda di attualità presentata alla Provincia di Firenze.
(…)E’ notizia di queste ore che dopo mesi di attesa da parte delle organizzazioni sindacali e di iniziative rivolte al governo, istituzioni e parti industriali la vicenda della Pirelli è ritornata alla ribalta grazie ad una iniziativa parlamentare del Movimeno 5 Stelle che attraverso una interrogazione parlamentare avevano richiesto senza mezze misure l’attivazione del tavolo del MISE, iniziativa questa, che ha risvegliato i parlamentari del PD, i quali per una probabile “paura elettoralistica” hanno promosso a loro volta un incontro tra i sindacati e il Presidente della commissione lavoro alla Camera il quale si è reso disponibile, anche lui, a interloquire con il ministero per sollecitare l’apertura del tavolo nazionale al Mise.
Tavolo che a tutt’oggi ancora non c’è nonostante che stiano per arrivare sul tavolo della multinazionale le prime offerte di acquisto dello steel cord. (…)
(…) Lo stabilimento di Figline Valdarno – dal 1 luglio scorso, confluito in una Newco azienda ex novo con l’obiettivo strumentale di misurare meglio il suo valore di mercato – riveste un ruolo strategico nella produzione dello steel cord, il filo d’acciaio che costituisce la struttura degli pneumatici, qui risiede il know-how della progettazione e dello sviluppo del prodotto e inoltre proprio per il particolare insediamento produttivo di medio/grandi dimensioni ci lavorano 390 lavoratori più un consistente e articolato indotto.(…)
(…) Eppure il tempo non gioca a favore dei metalmeccanici che da mesi vivono una insostenibile precarietà, resa ancora più pesante dalla recessione economica e dall’assenza di misure di sostegno al lavoro, salari e redditi mentre sulla loro pelle sembra che sia arrivata a fine, la trattativa per la cessione della divisione dello steel cord della cui contesa sono in gioco a multinazionali coreane o belghe e fondi privati ( della cui “affidabilità” ne sanno qualcosa proprio i lavoratori della Seves).
(…)Chiediamo di sapere quando verrà convocato il nuovo tavolo regionale e quali azioni concrete l’Amministrazione Provinciale intende promuovere, di concerto al Comune di Figline Valdarno e alla Regione Toscana, in relazione al fatto specifico e più in generale per la salvaguardia dei livelli occupazionali nel Valdarno, di sostegno alla vertenza sindacale e di tutela ai 390 lavoratori(…)