– di Giuseppe Ponterio –
La sentenza del TAR della Toscana regala un respiro di sollievo alla città di Pistoia, capitale italiana della cultura nel 1917.
Lo scorso 23 febbraio 2021, infatti, il tribunale ha rigettato il ricorso presentato dalla Fondazione Marino Marini di Firenze che chiedeva l’annullamento del vincolo di pertinenza tra le opere dello scultore conservate nell’ex convento del Tau e il territorio pistoiese.
Un verdetto che ha posto fine ad una lunga e cavillosa vicenda cominciata nel marzo 2019 quando il consiglio d’amministrazione della fondazione fiorentina espresse il desiderio di trasferire, presso il museo Marino Marini del capoluogo toscano, le sculture del maestro Marini custodite nell’ex convento e nella attigua chiesa sconsacrata di Pistoia.
Esistono, infatti, due realtà museali dedicate allo scultore: quella di Firenze, nata in seguito alla donazione del primo nucleo delle opere dell’artista al Comune e quella di Pistoia che conserva il patrimonio artistico che Marini aveva deciso di lasciare alla città.
La volontà della Fondazione, non condivisa dalle alte sfere istituzionali, fu quella di riunire in un unico polo espositivo le opere d’arte… E ciò, se non fosse intervenuta prima la Sovrintendenza con l’applicazione del vincolo e poi il Tribunale regionale, avrebbe comportato un grave vuoto identitario per il Comune a nord di Firenze, il quale ha più volte ribadito il suo stretto legame, quasi simbiotico, con Marino Marini.
Sventato il pericolo del trasferimento dei beni, rimane tuttavia il tragico problema dei licenziamenti del personale dedicato: la Fondazione licenziò, infatti, dapprima la Direttrice del museo e poi altri dipendenti… Era, ed è, chiaro il motivo di tali provvedimenti, volti a smantellare gradualmente l’Istituzione pistoiese.
Adesso, la città attende trepidante la riapertura dello spazio espositivo e, contestualmente, la decisione della magistratura di reinserire i dipendenti destituiti.