– servizio a cura della redazione di OrientePress –

Strane coincidenze!

Cambiano gli anni, cambiano i presidenti, ma l’Unione dei Comuni del Valdarno e della Valdisieve continua ad essere una disunione di fatto.
Ne abbiamo parlato più volte dalle nostre pagine. Abbiamo seguito i mal di pancia di tanti amministratori: chi si voleva sfilare e poi è rimasto e anzi…, chi non si voleva sfilare e poi se ne è andato, zitto, nell’indifferenza totale.
Ogni volta abbiamo cercato di essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno.

E abbiamo pensato di essere noi i malfidati. I soliti giornalisti piccosi in cerca di qualcosa di cui parlare e a cui attaccarsi. I soliti giornalisti che poi si sentiranno dire che hanno capito male e travisato…
Soprattutto non ci è mai tornato il fatto che i Comuni di un territorio, che dovrebbe essere “unito” anche per quanto concerne la programmazione di eventi e feste, stranamente si fanno concorrenza, strutturando un calendario che propone vari eventi in uno stesso week end e zero assoluto in altri.
Le parole programmazione e sinergia evidentemente rimangono solo belle da spendere nelle interviste ufficiali e nei comunicati stampa.

La valorizzazione dei territori passa inevitabilmente attraverso quella delle tradizioni, del folklore e dei prodotti e spesso è al servizio del calendario scandito dalla Natura.

In campagna funziona così. E’ la natura che decide e stabilisce i calendari: settembre-vino, ottobre-castagne e novembre-olio per fare alcuni esempi. Esistono poi le tradizioni legate al calendario dei Santi e anche lì non si scappa: le date sono blindate.
Ci sono poi da alcuni anni le nuove feste; quelle comparse da pochi anni, preziose per attrarre pubblico in un paese col niente. Per l’amor di Dio, servono per farlo conoscere, ma giustamente, secondo la buona regola della programmazione e delle sinergie, dovrebbero collocarsi nei vuoti del calendario dato che non seguono il Sesto Cajo Baccelli, così che l’Unione possa sempre offrire opportunità di scoperta senza generare concorrenza all’interno dello stesso territorio.
Tutto bello sì, ma solo sulla carta.
Peccato che succede altro nella realtà, ivi compresa quella dell’Unione dei Comuni del Valdarno e Valdisieve.
Cambiano gli anni, cambiano i presidenti ma l’Unione, e noi non ci stancheremo mai di farlo osservare fino a prova contraria, continua ad essere solo una dis -Unione di fatto anche nella programmazione delle manifestazioni.

Fratelli coltelli? Sì! Siamo rimasti basiti ad esempio nello scoprire che, di nuovo, la neonata manifestazione mangereccia di Pontassieve torna ad occupare sul calendario esattamente lo stesso fine settimana della cinquantennale Festa della Pesca Regina di Londa che si colloca in quelle date, perché non potrebbe essere altrimenti: la pesca è matura solo i primi giorni di settembre!

Un grosso centro come Pontassieve, porta fiorentina del territorio, ricca di peculiarità uniche che ospita peraltro nel suo territorio alcuni dei più importanti brand della viticoltura mondiale, a cui dedica una festa tradizionale famosissima, non trova di meglio da fare che inventarsi una (ennesima) fiera dove seguendo la moda si parla di cibo come pretesto per parlare di tutto e di niente.
Un evento in grande stile che impegna strade e piazze del centro e con sponsor importanti a foraggiare. Un tam tam mediatico aggressivo per attrarre gli astanti dove si invitano chef, produttori di ogni bendiddio non necessariamente indigeni, dove si svolgono presentazioni di libri, spettacoli musicali, etc…
Insomma un fritto misto culinario, molto fritto, che poco o niente ha a che fare con la millenaria tradizione e cultura del paese così come poco ha a che fare con il territorio di collina e montagna la sagra del cacciucco che si svolge in un paese vicino sempre nello stesso fine settimana, ovviamente…
La domanda che sorge spontanea è: perché?
Va bene, portare soldi e muovere le economie, anemiche di questi anni duri, serve sempre; ma perché scegliere scientificamente di farlo nello stesso fine settimana dove altrove, ovvero a Londa, nella stessa dis-Unione dei Comuni da decenni c’è una festa tradizionale dedicata a un prodotto tipico che sta cercando faticosamente di rinascere e creare economia?
La dis-Uunione pensa forse che bisogna dividersi in ricchi e poveri e che è molto più facile e meno faticoso mettere Davide contro Golia piuttosto che aiutare Pollicino a crescere?
Forse, dato che non si è mai parlato nelle riunioni della dis-Unione di una seria programmazione.
Ma la ragione di questa cieca programmazione rimane un mistero, anche perché sfugge a una sana politica del territorio e perché tra l’altro ignora l’accorata lettera a tutti Comuni della città metropolitana inviata dal direttore di Confcommercio dove si chiede un controllo di quelle sagre inutili che non fanno cultura, non fanno tradizione, ma solo concorrenza sleale ai ristoratori del territorio.

E non ci hanno convinto nemmeno le puntuali (le va dato atto) risposte della sindaca di Pontassieve e presidente dell’Unione dei Comuni Monica Marini che, a microfoni spenti, dopo una nostra intervista si era espressa diversamente e ci aveva parlato di pura casualità a proposito, lo scorso anno, della coincidenza della festa di Pontassieve con quella londese.

Essendo una giovane amministratrice forse scorda che la festa di Londa si celebra il secondo fine settimana di settembre dai primi anni ’60 del Novecento e che di contrappasso tre anni non sono una storia nemmeno sui libri di scuola. Ci scusi poi, ma non comprendiamo nemmeno quando parla di scelta degli organizzatori…chi dà loro i permessi per “occupare” il suolo pubblico di strade e piazze?
Si teme il maltempo?

Ma da maggio a settembre nel calendario esistono numerosi week end “liberi” dove in Valdarno e Valdisieve non succede niente…