Una scultura di Alessandro Reggioli

di Eleonora Mori – E’ il giovane e acuto artista fiorentino Alessandro Reggioli il capofila designato a rappresentare negli Stati Uniti l’arte toscana contemporanea. Famoso per le armature e per i cuori, monumentali o minuscoli, l’obiettivo di sancire la volontà di protezione da ciò che li minaccia, aeroplanini a elica icona del sogno dell’ostinazione dell’uomo a voler volare.

Ecco i motivi portanti della personale Safety, Heart, Armour in mostra a Miami fino a settembre, all’interno del progetto Toscana Divino-Wine&Fashion Florence: uno spazio espositivo permanente in grado di rappresentare ogni forma di arte toscana nel mondo, una sorta di ambasciata del “made in Tuscany”, tre vetrine sulla strada, un multilocale in un’area trendy di Miami, Brickell Avenue, vi si alterneranno artisti contemporanei toscani: l’occasione oltre oceano di respirare la toscanità attraverso la cultura e il suo genio creativo.

Alessandro Reggioli vive e lavora a Firenze dove è nato nel 1971. Il suo curriculum è pacificamente canonico: nel 1989 si è diplomato al Liceo Artistico e nel 1995 ha conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle arti di Firenze. Dal 2003 espone a Firenze e in Italia ricevendo apprezzamento dal mondo accademico e da critici dell’arte. I riconoscimenti gli aprono le porte della visibilità. Nel 2012 ha esposto al sessantesimo anniversario dell’arte contemporanea a Montecarlo e Alberetum, l’orto botanico di proprietà del Principe Alberto in Costa Azzurra.

E’ un artista che si muove tra pittura e scultura grazie a materiali come ferro, bronzo, carta, colori e fusioni a cera persa che interagiscono per dar vita a una filosofia di vita, prima ancora che artistica.

L’artista fa un percorso interiore grande prima di scegliere di “lavorare con il cuore”: un organo usato e abusato, talvolta in modo futile e superficiale, dal punto di vista sia anatomico che simbolico. Da qui la voglia di ridargli dignità proteggendolo con un’armatura che lo nasconda dagli eccessi, dal fanatismo, dalla forza dirompente di violenza, cattiveria o ignoranza. Ha usato la testa e scelto le mani per difendere il cuore.

“Ma c’è un messaggio di speranza – spiega Reggioli – perchè se è vero che per ritrovare valori sono costretto ad armare il mio cuore, così sono pronto a togliere la corazza quando necessario”.

Così come il cuore, anche il sogno del volo – reso attraverso apparecchi d’antan stilizzati – rappresenta una metafora. Ha esplorato i desideri dell’uomo – la voglia di librarsi nell’aria, di superare i limiti – e li ha tradotti in materia.

“L’aereo è l’ostinazione dell’uomo a superare se stesso per il desiderio della conoscenza. Per gli antichi il volo era un concetto irrealizzabile, una chimera. Eppure è diventato realtà, e come avvenuto per la ruota e la scrittura, il volo ha portato l’uomo lontano e stabilito connessioni col resto del mondo. Il volo è stato una tappa di avvicinamento dell’uomo ai suoi simili, non così diverso da quanto succede oggi con internet”.