di Claudio Molinelli – Venerdi 18 luglio ricorre il centenario della nascita di Gino Bartali, nato a Ponte a Ema il 18 luglio 1914.

Bartali non è stato solo uno dei più grandi e popolari campioni di tutto lo sport italiano, ma anche personaggio autentico che è entrato nella memoria di tutti gli italiani, oltre che uomo di grandi valori che, come accertato negli ultimi anni, ha contribuito al salvataggio di moltissimi ebrei negli anni drammatici della seconda guerra mondiale.

Il popolare “Ginettaccio”divenne ciclista professionista nel 1935 e si aggiudicò subito il campionato italiano, rischiando anche di vincere la sua prima Milano-Sanremo, sfumata in maniera rocambolesca. Era solo l’inizio di una carriera leggendaria, protratta fino al 1954, all’età di quarant’anni. 836 le gare disputate con 124 vittorie. Vinse tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946), due Tour de France (1938 e 1948), quattro Milano-Sanremo (1939, 1940, 1947 e 1950), tre Giri di Lombardia (1936, 1939, 1940), quattro Campionati Italiani (1935,  1937, 1940, 1952).

Fin da giovane rivelò quelle doti di resistenza, fondo, grande capacità di andare in salita che fecero di lui uno scalatore eccezionale. La sua rivalità con Fausto Coppi, di 5 anni più giovane, ha scritto le pagine più avvincenti della storia del ciclismo, costituendo l’epopea di questo sport e calamitando la passione di tutti gli sportivi italiani. Coppi, a inizio carriera, era un gregario di Bartali, ma non tardò a diventare il suo più temibile rivale, anche se non mancarono alleanze tra i due, come al Tour del 1949, vinto da Coppi. Polemico, ostinato, mai domo, Bartali combattè strenuamente contro la classe purissima e il talento straordinario di Coppi, da cui lo separavano anche stili di vita e simpatie politiche – pio e cattolico Bartali, mentre Coppi già sposato viveva la storia d’amore con la famosa “dama bianca”, e palesava, sembra, simpatie socialiste – . Nella carriera di Bartali ci fu un momento drammatico, la morte, nel 1936, in un incidente del fratello Giulio, anch’egli corridore. La sua impresa più epica rimane l’affermazione al Tour del 1948, che andò oltre il fatto sportivo; già trentaquattrenne Bartali rimontò un distacco di oltre 20 minuti al francese Bobet, imponendosi nella tappa alpina di Briançon e in quella successiva di Aix le Bains con abissali distacchi. Si è detto che quell’impresa salvò l’Italia, sotto choc per l’attentato a Togliatti, dal rischio della guerra civile: un’ esagerazione, certo, ma comunque De Gasperi e Andreotti telefonarono davvero a Bartali per incitarlo a compiere un impresa in quel momento di grande tensione.

Ciarliero e genuinamente sincero, Bartali ha continuato a occuparsi di ciclismo e apparire in televisione anche da anziano, cappellino in testa, e a diffondere la sua visione delle cose, innervata dal proverbiale” E’tutto sbagliato, è tutto da rifare”. E’ morto a Firenze il 5 maggio 2000.

Emblema di uno sport basato sulla fatica e il sacrificio, Gino Bartali, popolare, toscanissimo, e molto amato, è il simbolo di un’epoca lontana ma mai dimenticata, di un mondo semplice, più povero ma intriso di autenticità e i cui valori, in realtà, come lui sono intramontabili.

Bartali, già insignito nel 2005, alla memoria, della medaglia d’oro al merito civile dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi “per aver salvato almeno 800 ebrei” è stato dichiarato il 23 settembre 2013, ‘Giusto tra le nazioni’ dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto. Bartali nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa. Egli agiva come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, con il pretesto che si stava allenando. ll periodo in cui lavorò più intensamente per mettere in salvo gli ebrei è tra il settembre 1943 e il giugno 1944.

 

 

Ecco il calendario delle manifestazioni organizzate a Ponte a Ema per il centenario

 

18 Luglio: Centenario della nascita di Gino Bartali (Ponte a Ema in festa)

Ore 9.30: Apertura Museo (Attesa la presenza del Monsignor Giuseppe Betori, Vescovo di Firenze).

Ore 10.00: Inaugurazione: Collettiva di Pittura sul tema Bartali ed il Ciclismo, a cura di Associazione Toscana Arte-Cultura. Proiezione di filmati inediti presso la sala Video del Museo.

Ore 10.30: Omaggio alla tomba di Gino Bartali.

Ore 13.00: Apertura Mostra Auto-Moto-Biciclette dei Mestieri.

Ore 15-17: Visite guidate al Museo a cura dell’Associazione MUS.E

Ore 17.00: Presentazione del libro “Bartali su strada più forte di tutti” di Giovanni Castagnoli.

Ore 17:30: Presentazione del libro “Gino Bartali l’uomo d’acciaio che salvò l’Italia” di Giancarlo Governi.

Ore 18.00: Esibizione di Giuliano Calore, recordman di ciclismo estremo (Guinness dei Primati).

Ore 18.30: Sfilata corteo storico contrada Alfiere di Bagno a Ripoli.

Ore 20.15: Cena sotto le stelle, presso la terrazza del Museo. Curata dal Catering il Sorriso.
Alla serata hanno dato la loro adesione, personalità dello sport, artisti della comicità fiorentina, tra i quali: Valerio Ranfagni e Giorgio Ariani. Vengono premiati tutti coloro che si sono distinti nello sviluppo delle attività Museali.

Sono presenti i figli di Gino: Biancamaria e Luigi Bartali.

Premio di pittura sul tema Gino Bartali ed il Ciclismo nel centenario. Nell’occasione annullo filatelico col francobollo dedicato a Gino Bartali

19 Luglio:

Organizzata da A.S.D. SUPRA-VIRES Audaces, si tiene una “Pedalata storica, sulle strade di Gino Bartali.  Per maggiori dettagli : www.supravires.it

20 Luglio:

Organizzato da A.S.D. SUPRA-VIRES Audaces, si disputa la 12° GranFondo cicloamatoriale Amici Museo del ciclismo Gino Bartali. Per maggiori dettagli : www.supravires.it