di Eleonora Mori – E’ questa la settimana dedicata alla presentazione in anteprima delle nuove annate di alcuni dei vini più importanti della Toscana ad un mese e mezzo dalla grande vetrina di Vinitaly.

La suggestiva cornice della stazione Leopolda di Firenze ospita la “Chianti Classico Collection”, giunta alla ventesima edizione; l’anteprima della Vernaccia di San Gimignano (la più antica denominazione toscana) con protagoniste l’annata 2012 e la Riserva 2011; in fortezza a Montepulciano è in corso l’esibizione del vino Nobile; infine a chiudere la settimana enologica è il Brunello con l’annata 2008, la Riserva 2007 e il Rosso di Montalcino 2011 proposte in questo week end nel Chiostro del Museo di Montalcino.

Il Chianti Classico si piazza sul mercato con 35 milioni di bottiglie, di cui l’80% è destinato all’export (Usa e Canada i maggiori mercati) e nonostante si sia verificato uno dei raccolti più scarsi degli ultimi vent’anni e le vendite sul mercato interno siano diminuite, il 2012 si è chiuso con un confortante più 10% sull’anno precedente.

Ed è proprio in questo clima di lieve ottimismo che il Consorzio propone un restyling del simbolo storico, il Gallo Nero e ridisegna strategie di mercato con l’inserimento di un nuova tipologia di Chianti Classico: la “Gran selezione” che viene messa in vendita trenta mesi dopo la vendemmia e affianca la riserva e l’annata base, ponendosi al top della piramide qualitativa.

Il rinnovato marchio, realizzato dallo studio di design Robilant & Associati è sicuramente più moderno, in quanto perde i caratteri retrò della pergamena e della ceralacca, ma anche più accattivante ed elegante: mette in risalto la figura centrale del Gallo, conferendogli una maggiore identità e fierezza. Inoltre non viene più posizionato sulla fascetta ma emigra sul collo della bottiglia o sulla retro etichetta.

Insomma, speriamo che questo “restauro” ci regali un Chianti Classico più energico e grintoso che mai.

“Si chiude un percorso – commenta il presidente del Consorzio del Chianti Classico Sergio Zingarelli – iniziato più di due anni fa con il preciso intento di rilanciare la denominazione, attraverso una serie di modifiche al disciplinare, finalizzate ad assecondare quell’innalzamento qualitativo del prodotto conseguito dai nostri vini negli ultimi anni”.

Anche i numeri che riguardano il vino Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino non sono da sottovalutare: cresce del 7% l’export del Nobile con 7,6 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, mentre vengono vendute ogni anno 9,2 milioni di bottiglie di Brunello, di cui il 65% viene esportato, inoltre calano le giacenze; ciò vuol dire che il vino si vende!

Adesso non resta che …il brindisi!

Libiamo, libiamo…