di Laura Gineprini – Una sentenza storica quella del 13 febbraio 2012, Un sogno ad occhi aperti, così la definisce il pm che ha coordinato l’inchiesta del tribunale di Torino. La conoscenza e dopo la convinzione attraverso una condanna per disastro doloso e rimozione di cautele ai due ex manager del gruppo multinazionale Eternit, che l’amianto è un materiale nocivo alla salute. Gli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo raccontano la storia di una strage di operai, tremila vittime del lavoro, ma anche di un popolo che si è ammalato negli anni seguenti alla chiusura degli stabilimenti principali, in tre regioni e quattro province italiane. Un monito per tutte le altre regioni d’Italia ivi compresa  la Toscana che secondo una denuncia dell’Aer, registra dati positivi con la chiusura dell’anno 2011 con il recupero di raccolta di amianto di oltre tremila chili nella Valdisieve e nel Valdarno fiorentino. Rifiuti di eternit che però restano ancora abbandonati nelle campagne o nelle vicinanze di cassonetti. In Toscana esistono ancora luoghi in cui le costruzioni di amianto sono sempre in piedi, vecchie capanne, coperture, tubi, eternit utilizzato come isolante termico per impianti; in alcuni casi le lastre ondulate che si presentano come eternit  sono differenti materiali che si distinguono per il marchio “Asbestos free”.

Dagli anni cinquanta utilizzato anche nell’edilizia pubblica e nei trasporti, come materia prima per manufatti e oggetti, la sua produzione è cessata nel 1994 dall’entrata in vigore della Legge 257/92. Un fenomeno ancora diffuso quello dell’abbandono di materiali nocivi, ma che può essere arginato da una maggiore consapevolezza degli effetti dannosi che l’eternit produce sull’uomo e sull’ambiente. Un monitoraggio costante da parte del Ministero dell’Ambiente dei SIN, ovvero dei siti di interesse nazionale che soffrono di una calamità chiamata spazzatura. Una raccolta che nei piccoli comuni della Toscana viene svolta da aziende pubbliche e private attraverso un servizio di ritiro a pagamento con costi che variano in base alle quantità di amianto da rimuovere. Le aziende disponibili presso la Camera di Commercio forniscono le informazioni e le precauzioni per il cittadino che sia in grado di rimuovere piccole parti di eternit senza danneggiarle  e solo da personale qualificato e ditte con certificazione ISO nel caso di rimozione di manufatti deteriorati da microlesioni o nell’incapsulamento del cemento amianto attraverso sistemi di manutenzione.  Infatti il rischio dell’eternit dipende dal rilascio di amianto delle sue fibre in aria e nel suolo, e dalla sua conservazione. Nei comuni della Valdisieve, in cui a sede l’Aer, attraverso il numero verde 800.011.895, l’azienda rilascia informazioni utili per tutte le richieste dei cittadini residenti nei piccoli comuni della valle e del valdarno fiorentino per una presa di coscienza nel combattere questa materia che da troppi anni è presente sul nostro territorio.