di Sofia Porcino – Settembre è un mese cruciale dell’anno solare, è il mese in cui si rientra, se pur lentamente, nel ritmo attivo dell’anno.

Abbandonato l’ombrellone, messi via per l’anno prossimo i vestiti estivi, tirati fuori quaderni e libri per il nuovo anno scolastico si pensa, si progetta e si fanno i fioretti da rispettare entro Natale (Babbo Natale penserà poi alle promesse per l’anno nuovo!).

Nell’ottica di questo ricominciare sarebbe giusto pensare anche al nostro comportamento ecologico inserendo tra i buoni propositi quello di fare più raccolta differenziata.

I dati relativi al primo semestre 2012 comparati a quelli del primo semestre 2011 non sono per tutti i Comuni del Levante Fiorentino ugualmente positivi.

Ci sono, per fortuna, comuni molto virtuosi che hanno aumentato di diversi punti percentuale il totale delle raccolte differenziate. Ad esempio Incisa Valdarno, fiore all’occhiello del Territorio che passa dal 53,88% dell’anno scorso all’ 84,86% di quest’anno. Pontassieve è un altro territorio attento e impegnato che dal 59,85% del 2011 è passato al 65,52% del 2012. Rufina e Dicomano registrano un lieve aumento con, rispettivamente, il 62,59% e il 49,29% di rifiuti differenziati.

Ma non tutti viaggiano a questi rimi. Tra chi è rimasto stabile come Londa e Reggello, c’è chi addirittura ha ingranato la retromarcia: Figline Valdarno è passata dal 52,81% al 48,49% e San Godenzo registra un calo che va dal 61,64% al 57,79%. Anche Pelago e Rignano sull’Arno hanno diminuito il totale della raccolta differenziata, anche se con meno distacco dalla percentuale del primo semestre del 2011.

In base dunque a questi dati forniti da Aer Spa la situazione del Territorio del Levante non è omogenea. Ai comuni virtuosi non resta che fare i complimenti e augurarci che proseguano fieri verso l’ambizioso obiettivo di aumentare le tonnellate di rifiuti differenziati. Per i comuni in retrocessione c’è forse bisogno di un aiuto da parte delle istituzioni, un incentivo o una maggiore informazione affinché i cittadini siano agevolati nel fare la raccolta differenziata e diminuire così la necessità di un termovalorizzatore che smaltisca le tante tonnellate di rifiuti non riutilizzabili?

E pensare che c’è chi, come lo scienziato statunitense Paul Connet, sostiene che sia possibile e non utopico un modello di società a Rifiuti Zero (No Waste).

Il professore di chimica e tossicologia alla St. Lawrence University ha iniziato nel lontano 1985 la sua battaglia contro la società “usa e getta” proponendo un modello di comportamento fondato sulle 5 R (ridurre, riutilizzare, riciclare, re-design, responsabilità) che come ha obiettivo quello di eliminare sempre più discariche e inceneritori, causa della grave e ormai nota malattia del nostro pianeta.

In Toscana un esempio c’è, un Comune che ha adottato la strategia Rifiuti Zero e che tutti dovrebbero seguire, è quello di Capannori in provincia di Lucca; ciò dimostra che le teorie del professor P. Connet sono tutt’altro che un’utopia.

Visti i dati, non sia questo il caso di “farci un pensierino”?