di Laura Gineprini – “Nello spazio profondo” è l’anteprima presentata il 21 Marzo a Palazzo Medici Riccardi con la presenza dell’assessore Giacomo Billi e il direttore del Festival del Viaggio Alessandro Agostinelli, che hanno introdotto l’appuntamento della prossima estate, giunto alla VIIa edizione e alla IIIa per la città di Firenze in programma dal 5 all’11 giugno 2012.

Il Festival che si svolgerà in varie sedi della città, tra cui Palazzo Vecchio, celebra in questo anno due ricorrenze, il centenario dalla nascita di Fosco Maraini, ed i cinquecento anni dalla scomparsa di Amerigo Vespucci, i due viaggiatori toscani che hanno disegnato nuove mappe, e raccontato nuovi mondi.

Ma il viaggiatore che è andato più lontano, ospite di Firenze che introduce il tema del viaggio è Roberto Vittori, che ha navigato o in termini più tecnici “galleggiato” a bordo della navicella russa Soyuz due volte, nel 2002 e nel 2005. Il primo astronauta italiano che il prossimo 19 aprile partirà per un nuova missione, l’ultima in programma per la navetta Endeavour e il penultimo in assoluto della flotta Shuttle.

Spedizioni lunghe sei mesi per lo studio scientifico della microgravità e i suoi effetti sull’uomo, un programma di esperimenti nel settore della biologia, della fisiologia umana, e sulle tecnologie dei razzi spaziali sempre più sofisticate.

Un viaggio avvincente, raccontato da un cosmonauta che ha illustrato le immagini viste da un oblò. La visione di un pianeta fragilissimo che dista non lontano dallo spazio, e attraverso un cielo sottile in un tempo di otto minuti e cinquanta secondi alla velocità di 28.000 km orari, l’uomo è fuori dall’orbita terrestre. Un giro completo del pianeta in appena novanta minuti, così lo shuttle fotografa la Terra e ci mostra il mondo visto da lassù.

Un’esperienza emotiva per gli spettatori presenti, che hanno sognato per un attimo di intraprendere un’avventura, il viaggio alla scoperta di nuovi mondi che dalla conquista della Luna ad oggi con la tecnologia progredisce nei modi e nei tempi, chissà forse un giorno per poterne essere parte.