– di Nadia Fondelli – foto di Edoardo Abruzzese –

Urli, strilli, sindaci e unioni dei comuni l’una contro l’altra a contendersi con le unghie qualche spicciolo – i 31 milioni offerti come obolo risarcitorio per la devastazione Tav – per sistemare linee ferroviarie che nell’era delle frecce riportano alla memoria le vecchie linee di borbonica memoria.

E di pochi giorni fa la notizia, con incredibile coincidenza politico-elettorale, che siano in arrivo altri 47 milioni di euro per il miglioramento delle linee ferroviarie che interessano il Mugello.

Così come poco prima del referendum di dicembre il mugellano vice ministro dei trasporti tirò fuori dal cilindro i 31 milioni di euro, oggi dopo la batosta elettorale alle amministrative spuntano altri 47 milioni.

La notizia pare splendida ed è stata comunicata in pompa magna al termine di una riunione che si è svolta in Regione Toscana fra l’assessore alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, il viceministro Riccardo Nencini, i rappresentanti di RFI, dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello e dell’Unione dei Comuni Valdarno e Val di Sieve.

Ai milioni previsti per le opere di compensazione della Tav al centro di aspri e lunghi contenziosi, si aggiungono oggi sul banco circa 16 milioni di RFI per un totale di quasi 47 milioni.
La cifra, oltre a prevedere
interventi tecnologici e infrastrutturali, permetterà di eliminare sette passaggi a livello a tutto beneficio del trasporto ferroviario, ma anche di quello viario.
In sintesi, l’eliminazione delle interferenze fra il traffico su ferro e quello su gomma garantirà a entrambi maggiore regolarità e più sicurezza.

Saranno anche migliorate le stazioni, con interventi per una maggiore accessibilità e con la riqualificazione degli spazi aperti al pubblico troppo spesso al centro di lamentele da parte dei viaggiatori. Entro l’estate partirà la progettazione dei lavori, il cui avvio è previsto nell’estate del 2018.
I dettagli dell’operazione saranno definiti all’interno di un protocollo d’intesa fra Regione Toscana, Ministero delle infrastrutture, RFI e enti locali entro questo autunno.

Si tratta di uno dei più grossi investimenti ferroviari degli ultimi anni predisposto per il Mugello e la Valdisieve. Guadagnamo in sicurezza, in velocità, in funzionalità nelle stazioni”

Tutto a posto allora?
No, perché fra Mugello e Valdisieve la battaglia è sempre aperta.
Si contano i passaggi a livello da eliminare e le stazioni da adeguare per capire chi beneficerà più di questi denari.
A Rufina, Contea, Dicomano, Vicchio, Borgo San Lorenzo, Ronta e Marradi sono i passaggi a livello incriminati, mentre l’adeguamento e il potenziamento infrastrutturale e tecnologico coinvolgerà le stazioni di Borgo San Lorenzo, Vicchio – qui si parla di nuovi marciapiedi, sottopasso e la sistemazione del “tronchino” (un ramo di binario) per l’attestazione dei treni verso la Faentina-, e ancora, Dicomano, Contea e Rufina. Interventi di sistemazione – non meglio precisati – sono infine previsti a Borgo San Lorenzo, Ronta, San Piero a Sieve e Marradi.

Ma mentre i campanilismi si fanno sentire in stupide contrapposizioni su pochi spicci chi ci riporta alla realtà è il pragmatismo beffardo del portavoce del Comitato attaccati al treno Maurizio Izzo che senza troppi giri di parole dice che:
“I
soldi spuntati fuori e miracolosamente sempre in epoche elettorali non sono che un obbligo imposto a RFI dalla comunità europea. Nessuna eccezionale regalia. Il problema è che sulla linea Faentina servono più treni, più nuovi e più corse.
Inutile sopperire con bus straordinari – ovvio che i passeggeri di un treno non possono stare su un bus! – sovraccaricando ancora di più il trasporto su gomma che ricordiamo vede ogni giorno 6/7000 auto incolonnate dal Mugello verso Firenze.

Tanto rumore per nulla? Soprattutto tanto rumore a casaccio….