di Jacopo Zucchini- La storia dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, come si chiama oggi,  risale al 22 dicembre 1832, data in cui re Carlo Alberto con un “Regio Viglietto” fondava il Consiglio Superiore dell’Armata Sarda, che aveva fra i suoi componenti un chimico farmacista quale membro straordinario. Nello stesso Regio Viglietto si manifestava l’esigenza di “ordinare, appena possibile, lo stabilimento di un Laboratorio Generale Chimico Farmaceutico”.

Con il “Regio Decreto per l’organizzazione del Servizio Chimico-Farmaceutico militare” datato 26 giugno 1853 a Torino veniva istituito un Deposito di Farmacia Militare con annesso  un laboratorio generale chimico farmaceutico, con il compito di preparare tutti i medicinali e i materiali sanitari occorrenti per il servizio sanitario e veterinario militare.

La sede originaria del laboratorio era in corso Siccardi, nel centro della città sabauda, laddove era presente anche il famoso laboratorio di produzione del chinino dello Stato, inizialmente autonomo e diretto da un colonnello chimico farmacista del Regio Esercito.

Appare superfluo evidenziare la fondamentale opera sociale che il laboratorio svolse in quegli anni in cui l’Italia era infestata dalla malaria.

Il nome di “Deposito di Farmacia Militare” fu mantenuto fino al 1884, anno in cui fu sostituito con quello di Farmacia Centrale MIlitare.

Nel 1923 assume la denominazione di Istituto Chimico Farmaceutico Militare, conservata fino al 1976, anno in cui diventa Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare in seguito alla ristrutturazione dell’area tecnico – industriale del Ministero della Difesa, un ente interforze alla dirette dipendenze della Direzione Generale della Sanità Militare di Roma.

Dopo la grande guerra, anche a causa degli enormi problemi sanitari che allora affliggevano il Paese, si avverte l’esigenza di disporre di una sede più adeguata, moderna e funzionale, posta tra l’altro al centro della penisola in modo da favorire la distribuzione e la spedizione dei materiali; viene così ordinato il trasferimento dello stabilimento da Torino a Firenze (nella zona di Rifredi – località Tre Pietre) con la costruzione dell’attuale sede, dove occupa un’area di circa 55.000 m2.

Dal mese di ottobre del 1931, data di inaugurazione della sede fiorentina, sono state ininterrottamente prodotte (tranne una forzata pausa durante la seconda guerra mondiale) numerose specialità medicinali, materiali di medicatura, prodotti cosmetici e alimentari arrivando ad impiegare, negli anni 40, più di 2.000 persone tra maestranze e ufficiali, questi ultimi appartenenti prevalentemente al corpo sanitario dell’esercito, ruolo chimico – farmacista.

Alla fine del conflitto lo stabilimento, che pure aveva subito ingenti danni (i tedeschi in ritirata distrussero la centrale termica  e trasferirono tutte le attrezzature di produzione a Merano), riprese ben presto la piena operatività e con i suoi prodotti è sempre stato a fianco della popolazione durante le gravi calamità naturali verificatesi nel corso degli anni: basti pensare all’alluvione di Firenze del 1966, ai terremoti del Friuli (1976), dell’Irpinia (1980) e alla triste vicenda della nube radioattiva di Chernobyl (1986).

In quest’ultima funesta circostanza lo stabilimento si attivò in tempi rapidissimi e produsse in meno di 24 ore 500.000 compresse di ioduro di potassio, farmaco ancora in produzione usato per combattere i danni alla tiroide provocati dallo Iodio, isotopo radioattivo estremamente pericoloso.

Alle ore 12,00  del 24 dicembre 1989 arrivò l’ordine dallo Stato Maggiore dell’Esercito di preparare e spedire in Romania una ingente quantità di farmaci e materiale sanitario: in poche ore furono prodotte e spedite 1.200.000 compresse di acido acetilsalicilico (un efficace antinfiammatorio), 45.000 fasce di medicatura e alcuni quintali di cotone.

Risonanza nazionale ha avuto nel 1998 la preparazione per conto del Ministero della Salute, di due dei principali farmaci facenti parte della terapia del professor Di Bella: la soluzione ai retinoidi (meglio conosciuta come lo sciroppo di vitamine) e le compresse di melatonina, la cui sperimentazione purtroppo non ha fornito i risultati attesi.
Vennero rapidamente messe a punto le procedure operative per la produzione : in circa 20 giorni, lo stabilimento produsse 2.400.000 compresse di melatonina e 10.400 flaconi di soluzione ai retinoidi,  non tralasciando peraltro la produzione standard programmata.

Gli anni sono passati, la leva non è più obbligatoria, il servizio alle Forze Armate è stato integrato da un sostegno prezioso al cittadino che si realizza soprattutto, in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale,  nella capacità di produrre medicinali che le case farmaceutiche non hanno più interesse a produrre; questo accade, ad esempio, nel caso di malattie rare, come il morbo di Wilson.

Ma non solo: Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare è anche produzione, gestione tecnica e trasporto in 30 magazzini in tutta Italia di antidoti che potrebbero servire nel caso di attacchi bioterroristici .

“ Ogni volta che ci arriva una richiesta di farmaci, è una nuova sfida!  – afferma il Generale Giocondo Santoni, direttore dello stabilimento fiorentino – Dobbiamo capire come adattare i processi produttivi, valutare le complessità, ma al tempo stesso essere pronti ed efficienti, affrontare e risolvere le emergenze, la nostra missione da sempre.”.

Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare  è stato recentemente special guest della settima edizione di I profumi di Boboli.

Una presenza significativa che ha richiamato l’immaginario collettivo di un vasto pubblico: cordiale, elisir di china, ma anche cioccolato , crema dermofila, insettorepellente e pot-pourry.

Prodotti di rigorosa qualità firmati  Ministero della Difesa: che cosa vuoi di più?

 

Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare

Via Reginaldo Giuliani, 201 – Firenze

tel. 055 4556224

aperto al pubblico  il lunedì e il giovedì dalle 9,00 alle 12,00

www.farmaceuticomilitare.it