– di Martina Valentini in collaborazione con la redazione di OrientePress – foto di Edoardo Abruzzese –



Una torre di un metro quadro di base e alta quattro volte l’Everest. Oppure 10mila vagoni di Frecciarossa messi uno a fianco dell’altro. Due immagini che aiutano a visualizzare la mole impressionante di legno utilizzato per molti dei padiglioni di EXPO 2015 che hanno accolto 21 milioni di visitatori negli ultimi sei mesi: 31.810 metri cubi, per la precisione. Accomunati da una caratteristica: sono tutti certificati PEFC, cioè provenienti da foreste gestite in maniera sostenibile secondo lo standard di certificazione forestale più diffuso al mondo. Per chi ha deciso di utilizzare il legno come materia prima per le proprie strutture espositive, la kermesse milanese che ha da poco chiuso i cancelli è senz’altro una scommessa vinta. E per almeno tre motivi: ha realizzato opere architettoniche suggestive, ha lanciato un messaggio di sostenibilità ambientale e ha ora la possibilità di donare una seconda vita alle strutture che possono facilmente essere destinate ad altri usi.

Gli esempi in tal senso non mancano: l’imponente Teatro Slow Food che ha caratterizzato l’estremo del lato Est del Decumano, con i suoi 320 metri cubi di abete rosso, sarà d’ora in poi destinato a orti, scuole e contadini ed altre realtà del circuito Slow Food. Il Padiglione della Coca-Cola in lamellare di abete rosso verrà donato alla città di Milano per essere trasformato in un campo da basket coperto. La struttura di 2.000 metri cubi di legno di abete rosso e larice del Padiglione Francia verrà ricollocato in patria vicino alle foreste certificate in cui sono stati tagliati gli alberi. Il legno lamellare di abete rosso del Principato di Monaco prenderà la via del Burkina Faso dove diventerà la sede operativa della Croce Rossa locale. Scelta analoga per Save The Children, che col suo legno di abete bianco, proveniente dalle foreste certificate del Friuli Venezia Giulia, aiuterà a completare un ospedale pediatrico nel nord della Somalia.

La Fattoria Globale 2.0 – il padiglione in abete rosso certificato veneto e trentino degli agronomi mondiali (World Association of Agronomists) nei sei mesi di Expo – verrà trasformato entro il 2016 in un Campus internazionale degli agronomi per la sostenibilità all’interno dell’area Expo attraverso il coinvolgimento delle associazioni di agronomi del mondo, le università e i centri di ricerca e le comunità locali.

Dida foto:

Edoardo Abruzzese, Milano Expo’ 2015, L’albero della Vita, 28 ottobre 2015