Il legno cippato

di Eleonora Mori –

Il teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento “a distanza” che si è venuto a sviluppare in Italia a partire dagli anni Settanta.

Caratteristica fondamentale di questa forma di produzione e scambio di calore è lo sfruttamento di una risorsa combustibile di cui le zone boscose della Regione Toscana sono ricche, riducendo così gli sprechi e l’impatto ambientale. Viene concentrata la produzione di calore in una grande centrale che si occupa poi di distribuirlo nell’area circostante attraverso una rete di tubature, sotto forma di acqua calda, surriscaldata o vapore.

Che cosa è il legno cippato? Si tratta di scarti legnosi (schegge) che vengono prodotti costantemente nella gestione forestale, nella lavorazione di legname, nell’agricoltura e nella manutenzione del territorio: il loro smaltimento costituisce un costo. Ed allora perché non organizzare appositi cantieri di raccolta e triturazione (“cippatura”) per rendere utilizzabile e valorizzare anche ciò che viene considerato scarto?

Questo legno vergine viene sminuzzato attraverso l’utilizzo di macchine piuttosto semplici e può diventare quindi un combustibile se bruciato in appositi impianti di generazione termica. La sua combustione è ambientalmente sostenibile, si ricava da qualunque specie legnosa che provenga dal bosco o dalle segherie e il suo residuo di combustione è solo cenere che può essere abbattuta anche nei fiumi. Da non sottovalutare il reddito integrativo per gli operatori del settore.

Importanti sono sia i vantaggi ambientali che quelli sociali: la semplicità di lavorazione rispetto ai combustibili fossili, la riduzione al minimo del consumo di energia “grigia” (quella necessaria a rendere disponibile il combustibile), il valore aggiunto resta nella zona e quindi la valorizza, un minore utilizzo dei combustibili fossili d’importazione, nonché, quindi la conoscenza, da parte dei consumatori della provenienza del materiale, che permette un maggior controllo della qualità.

Inoltre questo tipo di impianto permette di sostituire con una unica grande caldaia molte piccole caldaie inquinanti, viene eliminata la spesa di trasporto del carburante, conseguenza determinante di tutto il processo è il risparmio sulla spesa per le famiglie, dopo un contributo iniziale, facilmente recuperabile.

L’applicabilità di questo tipo di riscaldamento e la sua efficacia ne fa un vero e proprio servizio pubblico che va ad integrarsi con gli acquedotti e le reti elettriche.

Esempi virtuosi: impianto di Pomino, inaugurato nel maggio 2010, Castagno d’Andrea, una frazione di San Godenzo, aperto nel 2011 ed in altre quaranta piccole e medie comunità toscane.

L’unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve insieme con il Comune di San Godenzo hanno riconosciuto, infatti, in questo territorio la presenza di condizioni oggettivamente favorevoli alla costruzione di un impianto a legno cippato, quale sicuramente l’ubicazione montana ed hanno voluto fin da subito coinvolgere direttamente la popolazione locale.

La loro partecipazione, l’interesse e il gradimento dimostrato hanno contribuito in modo determinante al risultato finale.

La costruzione e gestione dell’impianto e la fornitura del calore alle abitazioni è stata assegnata ad un soggetto privato, individuato tramite una gara pubblica, mentre l’unione dei Comuni e il Comune di San Godenzo rimangono proprietari dell’impianto, con un ruolo di garanzia.