di Sergio Bedessi – L’Ordine religioso militare dei “Poveri Cavalieri di Cristo”, poi divenuto “Ordine del Tempio”, fu fondato nel 1118 da Ugo di Payns, un nobile cavaliere originario della Champagne che aveva partecipato alla prima crociata nel 1095, con lo scopo di difendere i pellegrini in Terrasanta.

Quest’ordine faceva propri i tre voti di povertà, castità ed obbedienza, stigmatizzati dagli statuti compilati da San Bernardo di Chiaravalle, poi ratificati nel Sinodo di Troyes dal Papa Onorio II e successivamente confermati da Innocenzo II; all’Ordine Templare veniva concessa l’esenzione dal potere vescovile e stabilita la diretta dipendenza dal Papa, in questo modo sancendo la loro autonomia e ponendo i prodromi per la loro futura potenza economica.

Il nome di “Templari” derivò dal fatto che furono alloggiati in una parte della reggia del re Baldovino II a Gerusalemme, prossima al luogo ove un tempo si ergeva il tempio di Re Salomone, che corrisponde oggi alla Spianata del Tempio,  e al fatto che la loro funzione era appunto quella di essere custodi del Tempio di Gerusalemme.

La presenza dei Cavalieri Templari durante il periodo delle crociate fu pressoché costante.

Essi portarono avanti la loro missione di difesa dei pellegrini contemporaneamente aumentando il proprio prestigio e la potenza militare ed economica, guadagnando altri privilegi di natura fiscale, ed ottenendo lasciti ed eredità che, ben amministrati, contribuirono a migliorare ulteriormente le finanze dell’Ordine.

Con la progressiva caduta dei luoghi santi in mano alla dominazione araba i cavalieri arretrarono prima a San Giovanni d’Acri, quindi a Cipro, infine tornando in Europa nelle varie sedi dell’Ordine e nella loro casa madre (il Tempio di Parigi).

La potenza politica ed economica dell’Ordine provocò l’invidia di molti potenti  ed in particolare del Re di Francia, Filippo IV (detto Filippo Il Bello), che allo scopo di appropriarsi delle ricchezze dei Templari per risanare le dissestate finanze dello stato francese, con la complicità del Papa Clemente V (Bertrand de Ghot), accusò i Cavalieri Templari di eresia e di immoralità.

Il 14 settembre 1307 il re ordinò quindi l’arresto di tutti i templari presenti nel regno di Francia e la confisca dei loro beni, misure eseguite in contemporanea il venerdì 13 ottobre 1307.

I cavalieri, tutti arrestati, furono accusati di sodomia, eresia ed idolatria; gli arrestati furono torturati finché qualcuno di loro non iniziò ad ammettere l’eresia.

Grazie alle poche confessioni estorte con la tortura il re Filippo Il Bello convinse il Papa Clemente V ad ordinare l’arresto di tutti i templari presenti nell’ambito della cristianità (e quindi anche negli altri Stati oltre la Francia), con la bolla Pastoralis præminentiæ emessa il 22 novembre 1307.

Il 12 agosto 1308 con la bolla Faciens misericordam il Papa definì le accuse contro l’Ordine dei Templari mentre Filippo Il Bello avviava vari processi contro i cavalieri; non mancarono peraltro voci contrarie, quali quella dell’arcivescovo di Ravenna, Rinaldo da Concorezzo, responsabile del processo per l’Italia settentrionale, il quale assolse i cavalieri condannando di contro l’uso della tortura per estorcere le confessioni.

L’azione messa in moto dal re francese ebbe culmine con la soppressione ufficiale dell’Ordine dei Templari con la bolla del 3 aprile 1312, Vox in excelso, che dispose il trasferimento dei beni dei Templari all’Ordine degli Ospitalieri, senza però impedire che Filippo Il Bello si appropriasse di una parte consistente di questi beni.

L’ultimo gran maestro dell’Ordine, Jacques de Molay, fu  arso sul rogo davanti alla cattedrale di Parigi assieme a Geoffrey  de Charnay il 18 marzo 1314.

I cavalieri rimasti vivi si dispersero quindi sul territorio dell’intera Europa, alcuni di loro confluendo in altri ordini, altri cercando protezione presso sovrani non disposti a seguire le disposizioni papali.

È un fatto che l’Ordine dei Cavalieri del Tempio, fino alla loro soppressione, era stato un elemento importante nella diffusione e nel mantenimento di valori etici e morali, e non solo religiosi, importantissimi per tutta la cristianità.

Dopo un periodo di oscurità, l’Ordine dei Templari riapparve; nel marzo 1705 Filippo II di Borbone-Orléans, nipote di Luigi XIV, che più tardi sarà reggente del regno di Francia, convocò un “capitolo generale”, che promulgò nuovi statuti e con il quale egli venne riconosciuto “gran maestro” dell’Ordine stesso.

Si succederanno quindi altri gran maestri (1724 – Luigi Augusto di Borbone, duca del Maine, 1737 – Luigi Enrico di Borbone, principe di Condè, 1741 – Luigi Francesco di Borbone, principe Conti, 1776 – Luigi Enrico Timoleone di Cossé-Brissac, 1792 – Claude-Mathieu Radix de Chevillon, reggente durante la Rivoluzione francese, 1804 – Bernard-Raymond Fabré-Palaprat) e nel 1804 verrà adottata ufficialmente la dizione Ordine del Tempio.

Infine nel 1810 l’ordine sarà riconosciuto dalle autorità francesi.

Nel 1815 una fazione italiana dell’Ordine si dichiarerà indipendente dall’ordine francese, facendo nascere il S.O.E.T. (Supernus Ordo Equester Templi), italiano, cattolico; dopo varie vicende, con cessazioni, scissioni e rinascite, nel  1995 verrà fondato l’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani (OSMTH), che raccoglie alcuni “gran priorati” in America e in Europa.

Nel 2002 questo Ordine ottiene lo status di ONG dalle Nazioni Unite.

Ed arriviamo ai Templari oggi, nel mondo moderno: essi esistono ancora e sono molto attivi.

Quali valori porta avanti oggi l’Ordine Templare?

Certamente spade, crociate e luoghi santi da salvare non sono più reali, ma hanno un valore simbolico ed ideale; significano combattere sempre in difesa del diritto calpestato, per il trionfo della verità, a testimonianza della fede e della giustizia.

Il templarismo è divenuto quindi una corrente di pensiero che porta avanti questi valori.

Quest’ordine che alcuni autori (cfr. Umberto Eco – Il pendolo di Focault) ammantano di mistero e, in qualche modo, accusano di promuovere oscuri complotti, in realtà si propone di diffondere la cristianità, facendo pratica quotidiana di opere di giustizia e di misericordia; quest’ordine sopravvive tutt’oggi e, depositario di antichi valori, si proietta verso il futuro con le proprie attività che ne fanno un elemento importante della vita sociale.

L’ordine è cosmopolita, indipendente e a politico e, ovviamente, cristiano e cavalleresco; l’ordine è retto ancora da una regola che altro non è che, come per molti altri ordini religiosi, la regola scritta di San Bernardo.

L’ordine è anche a servizio dei diseredati, dei poveri e dei malati, difende gli innocenti accusati ingiustamente; l’ordine incoraggia gli studi storici, araldici, genealogici, filosofici e religiosi, con riferimento prima di tutto alla propria stessa storia.

Il simbolo dell’ordine è la croce a doppia traversa con l’inferiore più piccola della superiore e il motto dell’ordine è: “Non Nobis, Domine! Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam!” (“Non a noi, o Signore, ma al tuo nome da’ gloria!”), che altro non è che la traduzione dei versetti mediani del Salmo 113 (Antica Vulgata) o dell'”incipit” del Salmo 115 (secondo la numerazione ebraica) 114 della Bibbia ed è anche inciso su una fascia di basamento che occupa l’intera larghezza della facciata di Ca’ Vendramin Calergi sul Canal Grande a Venezia. Questa stessa scritta è riportata anche sulle finestre della facciata di Palazzo Zabarella a Padova.

Certamente il momento più bello della vita dell’Ordine dei Templari, e anche più caratteristico per chi non ne faccia parte, è la cerimonia di iniziazione di un nuovo cavaliere.

In quella cerimonia rivivono tutti i valori del quale l’ordine è permeato.

Durante la cerimonia, che avviene in una chiesa (l’ultima a Firenze, nella chiesa di San Salvatore al Monte) al postulante che si presenta alla porta vestito di nero, il cerimoniere fa una serie di domande per comprendere perché egli voglia far parte dell’Ordine e se la sua voglia di appartenenza non nasconda altri scopi che non quelli di portare avanti i valori dell’Ordine Templare.

Una volta ottenute le risposte, se queste rispondono ai canoni dell’Ordine Templare il cerimoniere procede alla vera e propria investitura, imponendo la spada sulle spalle del cavaliere, ricordandogli i doveri verso l’Ordine e verso gli altri cavalieri.

Al nuovo cavaliere viene quindi consegnato il mantello bianco con l’insegna dell’Ordine che egli indossa ponendosi quindi a fianco di tutti gli altri cavalieri.

La cerimonia, oltre che molto bella dal punto di vista di chi la guarda, contribuisce a far comprendere che i valori dell’Ordine Templare, valori che provengono da centinaia di anni or sono, sono tutt’ora attuali.

Per questo è necessario che la realtà dell’Ordine Templare sia conosciuta anche da coloro che non ne fanno parte, togliendole quell’alone di mistificazione negativa che romanzi e gialli storici le hanno forzatamente conferito: si tratta di uomini che rifacendosi ad ideali cavallereschi e cristiani, cercando faticosamente e con dedizione, di portare il loro contributo per una società più giusta, combattendo in difesa dei diritti dei più umili, cercando di far trionfare la verità sulla menzogna, testimoniando sempre la propria fede e la loro voglia di giustizia.