di Laura Gineprini – Un racconto impreziosito di particolari il secondo del ciclo d’incontri Pillole di legalità, progetto realizzato dal Comune di Pontassieve presso la biblioteca della scuola media M.Maltoni.

Obiettivo: favorire la sensibilizzazione dei giovani verso il tema della legalità.

Il secondo incontro ha affrontato l’aspetto relativo al ruolo della scorta con l’intervento di Angelo Corbo Ispettore Capo della Polizia di Stato e agente di scorta di Giovanni Falcone, unico superstite alla strage di Capaci.

Interlocutori i ragazzi della scuola media che hanno ascoltato in silenzio i racconti delle vicende che hanno segnato la storia del nostro Paese: testimonianze, ricordi, documenti, eventi che hanno un denominatore comune, quello della criminalità organizzata.

Durante l’incontro si è parlato di legalità come rispetto delle regole, sinonimo di diritto e di dovere alla base del vivere comune. La legalità concepita come libertà, una consapevolezza interiore che induce, sempre e comunque, a rispettare i codici della convivenza.

Si è parlato di legalità come informazione che non si sottrae, ad esempio, alla denuncia di atti di bullismo, un reato, fortunatamente, ancora poco diffuso nel nostro territorio, ma che può avere conseguenze gravi nella vita di chi lo procura e di chi lo subisce.

Impegno per i giovani il confronto costante con i docenti e la famiglia, incoraggiare al rispetto delle regole il compagno di banco, il rispetto del codice della strada, la denuncia di atti di bullismo,la collaborazione con le forze dell’ordine nel caso di atti vandalici verso cose o persone a cui hanno assistito.

La legalità come sinonimo di giustizia che non prevede l’utilizzo arbitrario del potere, quello costruito intorno al denaro di cui si serve il malaffare per assicurarsi appalti, prostituzione e spaccio di droga nelle scuole.

Un messaggio chiaro a tutti gli studenti presenti: assolvere alla propria coscienza alla base della quale c’è la conoscenza delle regole, la formazione, la cultura, l’informazione, armi da usare contro l’illegalità, così diffusa nel nostro Paese, quella che si muove nella calma apparente e nella omertà, quella in difesa della quale troppe persone hanno pagato con la vita.