di Mariantonietta Rasulo – È stato l’arcivescovo francese Jean Louis Tauran a pronunciare la fatidica frase, “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”, dalla loggia centrale della basilica di San Pietro da dove, poco tempo dopo ha fatto il suo primo ingresso il nuovo pontefice, Papa Francesco.

È il 266 esimo papa della storia della Chiesa Cattolica, Jorge Mario Bergoglio, il successore a sorpresa, di Benedetto XVI, arcivescovo di Buenos Aires, settantasei anni, sudamericano dalle lontane origini piemontesi.

“Fratelli e sorelle buona sera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”.

Esordisce così il nuovo Papa davanti ad una piazza san Pietro gremita di gente pronta ad acclamarlo e a festeggiare la sua elezione.

È il primo in tutto il nuovo Papa: è il primo gesuita eletto, è il primo papa sudamericano ma anche primo, nella storia,  a scegliere il nome di Francesco: sembra l’inizio di una vera e propria opera di riforma della Chiesa. Già perché, il nuovo Papa fin dai suoi primi gesti dimostra di essere un papa francescano nel nome ma anche nei suoi comportamenti: rifiuta i simboli d’oro, veste in maniera semplice, viaggia in pulmino e paga il conto dell’albergo dove ha alloggiato durante il conclave.

La semplicità e la spontaneità dunque contraddistinguono il nuovo successore di Pietro che ha chiesto fin da subito a tutti i fedeli di pregare intensamente per portare a compimento il suo intento di evangelizzazione della chiesa cattolica.

Ma chi è Papa Francesco?

Nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origine piemontese, studia dapprima come tecnico chimico ma poi sceglie il sacerdozio entrando nel seminario di Villa Devoto.

L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù, compie studi umanistici in Cile e, nel 1963 di ritorno a Buenos Aires, consegue la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo San Josè di San Miguel.

È professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe dal  1964 al 1965, nel 1966 insegna nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Il 13 dicembre 1969 viene ordinato sacerdote e nel 1973 fa la sua professione perpetua.

Il 31 luglio 1973 viene eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni.

Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San Josè, nella Diocesi di San Miguel.

Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires e nel 1998 diviene arcivescovo di Buenos Aires. Nel 2001 viene elevato alla soglia cardinalizia con il Titolo di San Roberto Bellarmino.