di Sofia Porcino – L’aria che respiriamo è malata. Ebbene sì, la sempre attenta e “verde” Toscana è in allarme rosso. Città o campagna, provincia o capoluogo sembra non faccia la differenza: il malessere dell’aria è generale e preoccupante.

Ce ne eravamo accorti dai numerosi provvedimenti anti-smog presi dai vari Comuni della provincia di Firenze intorno ai giorni di Capodanno, adesso sono i dati di Legambiente che confermano tali funesti sospetti.

Firenze città malata da biossido di azoto, superamenti del PM10 da record in tutti i Comuni circostanti: da Sesto Fiorentino a Bagno a Ripoli stop ai veicoli più inquinanti. Firenze, Lucca e Prato hanno superato il bonus dei 35 sforamenti nel 2012 sotto stress da polveri sottili.

Notizie poco rassicuranti, pare che dalle dannose polveri sottili non ci sia riparo.

Giovedì 17 gennaio un gruppo di attivisti di Legambiente ha dato vita ad una breve azione di protesta; “Ci avete rotto le BOLLE!”, questo lo slogan. Un’azione simbolica contro le polveri sottili e l’inquinamento atmosferico. L’iniziativa, organizzata da Legambiente, in occasione della giornata nazionale di Mal’Aria si è svolta a Firenze in piazza Beccaria dove i manifestanti si sono posti al centro della piazza soffiando tutti contemporaneamente dentro le bolle di sapone macchiate di fumo nero e smog per ricordare ai passanti le tante nocività a cui sono sottoposti ogni giorno migliaia di persone.

“La Comunità Europea ha sancito il 2013 come l’anno europeo della qualità dell’aria ma nonostante tutto l’emergenza smog è una realtà quotidiana. – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Lo confermano i dati del dossier Mal’Aria, la storica campagna di Legambiente sull’inquinamento atmosferico che rileva in particolare come anche il nuovo anno si sia aperto con una conferma eclatante degli elevati livelli di PM10 nell’aria delle città capoluogo della Toscana.”

Firenze dal 40° posto dello scorso anno (centralina di Ponte alle Mosse con 59 giorni di superamento) sale in negativo di 17 posizioni piazzandosi al 23° posto della classifica (centralina di Ponte alle Mosse con 68 giorni di superamento) e si conferma la località toscana che registra la quantità di giorni più alta per il superamento del limite consentito dalla legge. Non va meglio neppure per la centralina di Firenze Gramsci con 45 giorni sforati.

Ma se i numeri registrati sulla qualità dell’aria nelle città toscane nel 2012 risultano essere indubbiamente sconfortanti, anche il 2013 si apre come un anno decisamente critico. Dal sito ARPAT emerge che nei primi giorni del 2013 e precisamente aggiornati al 15 gennaio, siano già in maggioranza le giornate di superamento in quasi tutte le centraline delle città capoluogo toscane; nella centralina di Firenze (Ponte alle Mosse) si sono già registrati 11 giorni di superamento.

La concentrazione nell’aria di biossido di azoto (NO2) costituisce, insieme al particolato fine e all’ozono, uno tra i maggiori problemi rilevati. Le emissioni di ossidi di azoto derivanti dai processi di combustione, dal traffico automobilistico e dal riscaldamento domestico, nel corso degli ultimi anni non hanno subito la riduzione che ha invece caratterizzato altre emissioni inquinanti. La media dei valori medi annuali, registrati dalle centraline urbane sul territorio comunale, dimostrano come Firenze piazzandosi al 1° posto nazionale (62,5), in negativo, non è riuscita a rispettare i limiti superando quello indicato dalla legge con un valore medio di 40 µg/m3. Le altre città toscane, per la maggior parte, si trovano a metà classifica: Livorno (33°), Siena (36°), Arezzo (42°), Lucca (48°), Grosseto (54°), Pisa (56°), Prato (57°). In fondo alla classifica Pistoia (70°) (dati Ecosistema Urbano 2011).

Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dell’uomo sono ormai noti. Da uno studio del 2010 (Healt and Environment in Europe: Progress Assessment 2010) emerge che le morti infantili legate alle malattie respiratorie, anche se in calo, corrispondono ancora al 12% del totale e che c’è una nuova visione ormai acquisita sugli impatti delle polveri sottili (PM10 e PM2.5) relativamente alle malattie cardiovascolari. Molti studi recenti indicano l’inquinamento dell’aria come la maggior causa di ricoveri, malattie e morti per problemi respiratori. Il particolato fine riduce le aspettative di vita di circa 9 mesi e che è la causa dell’insorgere di nuove malattie respiratorie. Ad oggi l’asma è una delle malattie croniche più comuni nei bambini, specialmente nelle aree urbane: secondo tale studio se si riducessero le concentrazioni di polveri sottili fino a 20 µg/m3 si ridurrebbero i casi sanitari del 7% e si ridurrebbe la mortalità del 15%. Se venissero attuate le indicazioni previste dalle norme in vigore attualmente si stima che le emissioni delle polveri sottili verrebbero ridotte del 50% e si ridurrebbero di 500 mila unità le morti legati ai processi di inquinamento.

Che fare dunque? Alternative ce ne sono poche, l’unica via percorribile è quella di uno stile di vita più sostenibile, più in linea con i bisogni e tempi che detta la Natura che sono poi i ritmi giusti da seguire per la qualità della vita!

A proposito: ne avete sentito parlare ultimamente come obiettivo programmatico da parte di chi si presenta alle prossime elezioni politiche??

Per info sul dossier “MAL’ARIA 2013”: www.legambiente.it