a cura della redazione di OrientePress – Il radon è un gas radioattivo naturale, privo di odore, colore, sapore ed estremamente volatile.
Si sprigiona dal decadimento radioattivo dell’uranio naturale ed è presente nei terreni, nelle rocce ed in minor misura anche nell’acqua, nella quale può disciogliersi .

Pubblicato sul sito di ARPAT, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, il rapporto finale con i risultati della indagine effettuata su incarico della Regione Toscana fra il 2006 ed il 2010 su tutto il territorio regionale per rilevare i livelli di radon nelle strutture abitative e in quelle industriali.

L’indagine ha coinvolto oltre 2000 famiglie, 1200 datori di lavoro e 86 scuole.

E’ la prima volta che, dopo indagini parziali effettuate in precedenza, viene realizzato uno studio che ha interessato tutto il territorio regionale.

Dall’indagine emerge che la popolazione toscana è esposta a livelli relativamente bassi rispetto ai valori medi nazionali, anche se ci sono zone dove, per le caratteristiche geomorfologiche del terreno, i livelli del gas risultano più elevati: l’Appennino, il sud della Toscana e le isole.

Proprio in questi territori della regione si concentrano le risorse per individuare gli edifici con i valori più elevati e da qui parte la programmazione dei primi interventi di riduzione delle concentrazioni.

Nei regolamenti edilizi delle aree con concentrazioni più elevate devono essere inserite indicazioni per la costruzione degli edifici in modo da limitare l’ingresso del radon.

I principali accorgimenti in fase di progettazione riguardano l’isolamento dal terreno, la possibilità di areare il vespaio o le cantine, la sigillatura delle vie di accesso del gas all’interno, rendendo impermeabili i solai, e l’isolamento di fessure e condutture.

Per ridurre la concentrazione di radon in un edificio è possibile realizzare le cosiddette areazioni di rimedio che consistono in semplici accorgimenti, o mini interventi, finalizzati non solo a ridurre l’ingresso di radon, ma ad aumentare il ricambio dell’aria interna attraverso l’immissione di aria esterna.

Per approfondimenti vedi ARPATnews in www.arpat.toscana.it