di Massimo Pieraccini  – Pochi week end fa, in tante piazze d’Italia si è celebrata l’annuale giornata di sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo, promossa ed organizzata dalle associazioni ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) e da VIP Vivere In Positivo. L’occasione per promuovere la donazione e arruolare nuovi angeli salvavita, ma non solo…

In tante piazze lo scopo principale era, come accennato, quello di arruolare nuovi futuri donatori di midollo osseo al fine di poterli iscrivere nel registro nazionale dei donatori di midollo osseo, ovvero quella banca dati che viene utilizzata per tutti gli ammalati di leucemia che abbiano necessità di un trapianto di midollo osseo e che hanno la sventura di non avere un familiare geneticamente “disponibile”. Quella banca dati che quindi incrocia i dati di malati e donatori per individuare il miglior donatore, quello che spesso si usa definire “gemello genetico”.
L’iscrizione nella banca dati è quindi la condizione essenziale per divenire donatori e poter assicurare ad un ammalato di leucemia una speranza di vita.

Nonostante i tanti sforzi però, in Italia, il numero di potenziali donatori iscritti nella banca dati è ancora piuttosto basso e questo anche a causa dei costi di gestione e permanenza del registro. Ecco allora che l’orientamento è di reclutare potenziali donatori piuttosto giovani. Perché?

Da poco più di un anno, su richiesta del Registro IBMDR (Italian bone marrow donor register), le tipizzazioni vengono fatte in “alta risoluzione” e ciò significa che l’analisi del DNA viene fatta in modo molto particolareggiato. Fino ad allora invece le tipizzazioni venivano fatte solo parziali e poi, se per quella parte si riscontrava la compatibilità con un paziente il donatore veniva chiamato per un secondo prelievo di sangue dal quale si ricavava una tipizzazione più approfondita. Se ancora persisteva la compatibilità allora si arrivava alla donazione.

Oggi invece le tipizzazioni sono a un livello molto alto motivo per cui una chiamata significa essere ad un passo dalla donazione. A volte, anzi spesso, nei trapianti la tempistica è fondamentale; non si può attendere la richiamata del donatore e la seconda verifica di compatibilità e quindi i centri trapianti scelgono i donatori con una tipizzazione completa, quelli dei quali si sa già la compatibilità anche se, magari, tra quelli con tipizzazione meno completa ce n’è potrebbe essere uno più compatibile, ma non ci si può permettere di attendere questa conferma.

I donatori italiani quindi – e in Germania è così già da tempo – da poco più di un anno sono candidati con una discreta possibilità di fare effettivamente quello che hanno scelto di fare.
Ma fare queste tipizzazioni in alta risoluzione ha costi maggiori e sarebbe necessario richiamare anche tutti i vecchi donatori per completare le loro tipizzazioni.
Il sistema sanitario si prodiga per tipizzare i nuovi donatori, ma non ha fondi per riqualificare i vecchi: quasi un paradosso.
Si pone ancora una volta l’annoso problema che agli slanci, peraltro volontaristici, di cittadini singoli o raccolti in sodalizi, si contrappone un sistema poco efficiente.