– a cura di Edoardo Abruzzese –

“Quando il professor Ranjitsinh Disale chiede dove sia la scuola femminile nel villaggio indiano a cui è assegnato, gli anziani indicano una gabbia in una stalla. Neanche gli alunni c’erano: uno su dieci andava a lezione saltuariamente, l’altro lavorava molto sul campo ed era fidanzato con matrimoni imberbi. Nessuno parlava la lingua ufficiale. Il maestro imparò così il loro dialetto e tradusse i libri di testo. Poi, utilizzando le nuove tecnologie, in un profetico mix di faccia a faccia e apprendimento a distanza, si appassionano all’arte e alla poesia, senza trascurare la matematica. Adesso in quella città le ragazze non si sposano più. Vanno tutti a scuola e il primo allievo, ormai cresciuto, si è appena diplomato.
Si presumeva quasi che un simile insegnante avrebbe ricevuto il milione di dollari assegnato ogni anno al vincitore del Global Teacher Prize. Ed era quasi scontato che, quando ha ricevuto il premio, abbia parlato della necessità di condividere conoscenze e sforzi: mentre i medici salvano il mondo, gli insegnanti devono salvare il futuro. Ma a quel punto, il professor Disale ha guardato gli altri nove finalisti, tra cui un italiano, e ha aggiunto: Cominciamo condividendo il premio. Ti lascio la metà dell’importo. E questo, credetemi, non era affatto evidente. In molte edizioni questo non è mai accaduto. Niente di più potente della parola, se è seguita da un gesto che non lo nega”.
(Massimo Gramellini)
Abbiamo voluto iniziare con questo brano di Massimo Gramellini, così per fare un esempio… di scuola!

Facciamo un passo indietro: Bernardo di Chiaravalle, Tommaso d’Aquino “ la conoscenza deve salvarci…e invece gli uomini vagano persi, in cerca di cose che li sviano da ciò che solo importa”.

Ma senza investire nella conoscenza non potremo sperare di governare la società complessa in cui viviamo, una società che cambia freneticamente, anche in tempi di covid, mentre tutto sembra immobile in giorni di confinamento forzato e zone rosse.

Detto questo ci ha molto colpito, al proposito, quanto pubblicato da Nuova Stagione, settimanale della Curia di Napoli il 5 ottobre scorso in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, lanciata dall’Unesco nel 1994,

«È l’arte suprema dell’insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza» recita una celebre frase di Albert Einstein, indicando il ruolo prevalente dei docenti nella crescita educativa dei ragazzi. Monito che andrebbe nuovamente condiviso per sottolineare il ruolo di una professione così delicata e di grande responsabilità, spesso non adeguatamente valorizzata. Scenario negativo accentuato dall’emergenza sanitaria che quest’anno ha causato uno sconvolgimento dell’intero sistema scolastico.
«Le scuole, anche quelle materne o gli asili nido – spiega Eva Balducchi, co-fondatrice del Baby e Junior College di Monza e Seregno – devono avere un progetto didattico lontano dal mero accudimento, volto a condurre ogni alunno nella sua individualità, nel suo percorso di crescita e di sviluppo delle competenze cognitive, emotive, relazionali, linguistiche e motorie. Questo processo è reso possibile dai docenti che attraverso la quotidianità e la routine accompagnano i loro studenti al raggiungimento degli obiettivi di crescita consoni alle fasi evolutive per età. Andrebbero maggiormente sensibilizzate le famiglie sull’importanza di mantenere vivo il contatto con la scuola, in questo particolare ed estremamente delicato momento storico. Nonostante anche la didattica a distanza si sia rivelata utile per superare questa fase di emergenza, la presenza fisica del docente in aula e il rapporto empatico che si crea con gli alunni hanno risvolti maggiori dal punto di vista delle emozioni e dei risultati che si possono raggiungere».
L’importanza di svolgere al meglio il ruolo di insegnante per favorire il processo di crescita educativa dello studente è un pensiero condiviso anche da una ricerca pubblicata su “Psychology Today” secondo cui l’attenta guida di un educatore nei primi anni di scuola aiuta il 75 per cento dei bambini a migliorare le capacità di analisi critica. E ancora, gli insegnanti ricoprono un ruolo fondamentale nello sviluppo economico di un Paese: secondo una ricerca pubblicata sul New York Times, infatti, quando gli studenti vengono spinti a essere creativi e produttivi dimostrano di avere maggiori probabilità di essere imprenditoriali e compiere progressi tecnologici. Ma non è tutto, perché un’indagine britannica pubblicata sul portale “Telegraph” ha evidenziato come quasi l’80 per cento degli studenti abbia ammesso di considerare i propri insegnanti dei modelli di vita capaci di aiutarli a inseguire i propri sogni.
Tutto questo non può rientrare nell’acronimo DAD!!!