– a cura del direttore –

Questa volta è Firenze in questi giorni ad ospitare in pompa magna, in collaborazione con l’ United Nations Office for Disaster Risk Reduction, un confronto internazionale sul potenziamento della strategia di riduzione del rischio in caso di disastri naturali.
E non è un caso: sono passati cinquanta anni dall’alluvione che sconvolse la città e il mondo e ancora abbiamo bisogno di parlare su che cosa fare per ridurre il rischio di una nuova esondazione dell’Arno.

Certamente encomiabile porre la riduzione del rischio al centro dell’agenda globale in tema di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, favorendo l’applicazione locale degli impegni assunti nel 2015, in particolare la Strategia per la riduzione del rischio da disastri naturali di Sendai (2015-2030), gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico.

Ma certamente non basta se ogni volta che piove, o tira un vento più forte, siamo a contare danni e vittime!

Ministri, sindaci, autorità, aziende private, esperti da tutto il mondo stanno discutendo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sull’importanza della riduzione dei disastri come elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità.

Diffusamente riconosciuto è il ruolo dei cambiamenti climatici sull’aumento di intensità e frequenza di eventi meteorologici estremi e sull’innalzamento del livello medio dei mari che aumentano il livello di rischio specialmente per le città costiere.

Le calamità che ne risultano possono portare al danneggiamento o alla perdita irrimediabile di quei beni culturali che costituiscono per i cittadini di una comunità, ma per certi versi del mondo intero, indispensabili simboli vitali che costituiscono allo stesso tempo storia, presente e futuro della civiltà umana.

Ma non basta parlarne: il rispetto dell’agenda sul cambiamento climatico e la promozione della coerenza dell’attuazione a livello locale degli accordi internazionali sono ancora oggetto di discussione!

Non ci resta che aspettare ancora una volta di vedere gli effetti concreti anche di questo simposio “ad alto livello”!

Non tralasciando di considerare quanto sottolineato da Livio Gallo, Direttore della Divisione Global Enel Infrastrutture e Reti: “in condizioni estreme nessuna istituzione, nessuna azienda e nessun soggetto può affrontare le avversità da solo, per questo è necessario pianificare nel dettaglio un’organizzazione e una collaborazione tra tutti gli attori in campo per elaborare una strategia di successo e assicurare un’operatività immediata e risolutiva”.