di Claudio Molinelli – Come cambia la comunicazione pubblica nell’era dei social network? Quali sono i risvolti sulla privacy dei cittadini? In che modo convivono rapporti umani e comunità virtuali? Quanto incide la criminalità informatica? Quale futuro attende la lingua italiana? Questi sono i temi attualissimi di cui si è parlato nel recente convegno “Viva i social, abbasso i social” organizzato dalla prefettura di Firenze a Palazzo Medici Riccardi.

E se anche un organismo istituzionale come la Prefettura decide di dedicare un convegno a questo tema, ecco la dimostrazione della centralità e ormai irrinunciabilità di queste nuove forme di comunicazione.

I social media stanno ormai trasformando il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione: sono sempre di più, infatti, gli organi istituzionali che ricorrono alle nuove piattaforme, attraverso le quali gli utenti possono intervenire in maniera diretta e far sentire la propria voce nella sfera pubblica digitale. L’utilizzo dei social rende il cittadino non più soggetto passivo ma attivo e cambia la prospettiva della comunicazione che ha ora un doppio senso di marcia: la Pubblica Amministrazione parla e ascolta allo stesso tempo. Perciò deve essere più veloce e sintetica e ciò richiede anche professionalità nuove e dedicate.

Alessandro Lovari, docente di strategie della comunicazione pubblica presso l’Università di Sassari ha scattato una fotografia della nuova “social-PA”. Il web social è un grande spazio di dialogo che può aprire una nuova era di trasparenza e partecipazione per gli organismi pubblici e che consente loro di veicolare informazioni oltre i mass media tradizionali e gli sportelli di relazione col pubblico, raggiungendo anche una larga fascia di giovani, utenti abituali di queste reti.
Fabrizio Stelo, Capo Gabinetto e responsabile Stampa & Comunicazione della Prefettura di Firenze ha descritto la “rivoluzione” apportata dai social network nel mondo attuale. Folco Cimagalli, professore associato di sociologia generale presso la L.U.M.S.A. di Roma, ha parlato di uno snodo importante e delicato della questione, e cioè di come rapporti umani e comunità virtuali coesistono oggi in una società in rete, che appare, e finisce per essere, sempre connessa.

Ancor più “caldo” e delicato è il tema affrontato da Riccardo Acciai, direttore del dipartimento ricorsi del Garante per la protezione dei dati personali: i risvolti sulla privacy dei cittadini, facilmente esposti nel web al saccheggio della propria identità digitale e delle informazioni più riservate, cosa che ciascun utente di internet ben conosce. Altro tema di attualità è quello della criminalità informatica, sul quale è intervenuta Stefania Pierazzi, vice dirigente del Compartimento Polizia Postale e Comunicazioni della Toscana, che ha parlato degli illeciti in rete, ma anche dell’educare i naviganti del cyberspazio, i giovani in particolare, a un uso appropriato dei social network.

Infine, ma non meno importante, un altro argomento che i social media propongono in maniera decisa, quello della lingua italiana. Su questo aspetto ha fatto chiarezza Paolo D’Achille, ordinario di Linguistica Italiana all’Università Roma Tre e accademico della Crusca, che ha affrontato il tema di come si trasforma il nostro lessico tradizionale tra neologismi e anglicismi.