di Jacopo Zucchini – Si tratta di un progetto finanziato dalla FISA CGIL Toscana in fase di realizzazione in due scuole fiorentine.
Secondo gli ultimi rapporti del Cnr-Ifc di Pisa è in crescita il consumo di tutti i tipi di droga fra i giovani studenti di età compresa fra i 15 e 19 anni, nonostante le misure di sicurezza prese da quei presidi “cattivoni” che hanno chiamato le forze dell’ordine all’interno dei propri istituti. Le cronache di questi ultimi tempi, infatti, hanno registrato solo casi di piccoli sequestri di sostanze stupefacenti all’interno delle scuole con il metodo dei cani antidroga.
Quindi, serve affrontare il problema con maggiore consapevolezza, privilegiando la logica educativa per affrontare non solo il problema dell’uso di sostanze stupefacenti, ma anche quello relativo ad altre dipendenze come alcool, internet, gioco, o a fenomeni quali il bullismo o l’ isolamento sociale.

Il progetto “Raccontiamolo fuori”, finanziato con 10mila euro, è iniziato tre mesi fa in due istututi fiorentini, il tecnico per il turismo Marco Polo e il comprensivo Verdi: si basa sull’osservazione degli studenti, nel contesto scolastico, nei momenti di maggiore libertà e negli spazi aperti, cioè quando sono “liberi” dal controllo degli insegnanti.
Il programma prevede il coinvolgimento non solo di alunni ed insegnanti, ma anche di genitori, psicologi e di due educatori per ciascun istituto.
Gli educatori, due volte a settimana, dedicano un’ora all’ascolto degli studenti, che possono condividere cause di malessere o di disagio, dallo screzio con i compagni a problematiche più serie come l’uso di droga.
Gli educatori sono figure “neutre” che interagiscono con gli studenti in spazi altrettanto neutri: niente aule, cattedre,banchi, ma corridoi e spazi aperti.
Parlano ai ragazzi da pari a pari, non sono “spie” del preside. A due psicologi è affidato, poi, il compito di coordinamento.
Anche gli studenti hanno un ruolo: una rete di 36 ragazzi, per ciascun istituto, tra i 17 e i 18 anni hanno funzione di tutor e interagiscono con i ragazzi delle prime.
Ma quali sono i risultati?
I dati riportati dagli psicologi nei primi tre mesi sono incoraggianti: affermano che è aumentata la cooperazione tra i ragazzi e la partecipazione ad attività comuni.
Sono state attivate, inoltre, richieste al Sert, il servizio per le tossicodipendenze.
L’obiettivo del progetto non è quello di togliere la droga dalle scuole, ma quello, proprio della scuola BUONA, di aiutare i ragazzi a sviluppare una coscienza critica che li renda anche capaci di dire “NO” all’uso di sostanze stupefacenti.
Questo progetto pilota sembra funzionare e ora vien presentato alle istituzioni perchè venga adottato a modello regionale e nazionale.

Un aspetto del progetto che considero molto significativo è la partecipazione da parte degli studenti, una formazione che è anche auto-formazione!

Quindi…l’alternativa c’è.
I cani anti droga non sono l’unica soluzione contro il diffondersi dell’uso e dello spaccio di stupefacenti nelle scuole.